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Russia, l'allarme dall'Ucraina: "L'acqua non basta a raffreddare i reattori di Zaporizhzhia"

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Gli occhi del mondo adesso guardano con apprensione la centrale nucleare di Zaporizhzhia e si chiedono se non fosse quello il reale l'obiettivo di chi ha distrutto la diga di Kakhovka. Mentre continua lo scambio di accuse tra Russia-Ucraina su chi ha provocato l’esplosione (secondo Kiev: minata dall’interno da Mosca, secondo i russi “bombardata dagli ucraini con missili”), arriva l'allarme. Il “gigante caduto”, voluto da Stalin sul fiume Dnipro, non può più fornire acqua sufficiente per raffreddare i reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha riferito l’operatore della diga distrutta in un attacco nel sud dell’Ucraina. L’amministratore delegato di Ukrhydroenergo, Igor Syrota, ha affermato che il livello dell’acqua è "al di sotto del punto critico di 12,7 metri", il che significa che "non può più rifornire i bacini della centrale nucleare di Zaporizhzhia per raffreddare l’impianto".

La conferma arriva dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea): "Il livello dell'acqua del bacino continua a scendere dopo la distruzione della diga di Kakhovka". "Il livello dell'acqua è sceso di circa 2,8 metri da quando la diga è stata fatta saltare, ma se il livello scende sotto i 12,7 metri, l'impianto non sarà più in grado di pompare acqua dal serbatoio al sito", hanno aggiunto i tecnici dell'Aiea spiegando che non è possibile prevedere se e quando ciò potrebbe accadere, poiché l'entità del danno della diga non è conosciuta. "Se l'attuale tasso di caduta dovesse continuare, tuttavia, il livello di 12,7 metri potrebbe essere raggiunto entro i prossimi due giorni", continua l'Aiea puntualizzando che "nel frattempo, la centrale sta ricostituendo le sue riserve d'acqua utilizzando completamente il serbatoio. Ciò consentirà di fornire alla centrale nucleare l'acqua di cui ha bisogno per raffreddare i suoi sei reattori per diversi mesi".

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