L'avvertimento

Ucraina, il segretario della Difesa Usa: "Se Kiev perde la Nato dovrà entrare in guerra"

Mirko Molteni

Prosegue la guerra di parole, che si spera rimanga tale, fra Nato e Russia, con un allarme lanciato ieri dal segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin. Il capo del Pentagono ha sostenuto che, in caso di vittoria russa su Kiev, una guerra fra l'Alleanza Atlantica e Mosca diverrebbe inevitabile. Per l'esattezza: "Se Putin avrà successo non si fermerà. Sarà più aggressivo e altri autocrati saranno incoraggiati dal fatto che noi non siamo riusciti a sostenere uno stato democratico. Se sei un Paese baltico, sei molto preoccupato se sarai il prossimo: conoscono Putin, sanno di cosa è capace. E se l'Ucraina cade credo davvero che la Nato entrerà in guerra con la Russia".

Quello di Austin è un monito a Mosca, dopo che il presidente russo Vladimir Putin aveva ricordato una verità nota da decenni, che cioè le armi del Cremlino possono colpire tutti i Paesi occidentali, compresa l’America. Austin intendeva però anche spronare il Congresso USA, affinché sblocchi i 60 miliardi di dollari di aiuti militari per l'Ucraina, con un occhio al rischio che la Cina emuli Putin contro Taiwan.

 

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Da Mosca ha reagito la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova: "Le frasi di Austin sono una minaccia diretta alla Russia o vogliono essere una scusa per Zelensky? In entrambi i casi è una follia, ma ora tutto il mondo vede chi è l'aggressore: Washington". Ha parlato anche il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, secondo cui "se Austin parla di guerra Russia-NATO è perché gli USA hanno già tali piani". E poi: "Anche se in modo non ufficiale, ci sono già truppe NATO in Ucraina". Minacce reciproche Est-Ovest sono una costante fin dalla Guerra Fredda e la deterrenza nucleare ha mantenuto la pace in Europa. Ma urge evitare incidenti ed errori di valutazione.

Ieri sono state diffuse le immagini dell'intercettazione di aerei russi sul Mar Baltico, con caccia francesi Mirage 2000 che hanno raggiunto e fatto allontanare un caccia russo Sukhoi Su-30 e un cargo Antonov An-72. I media russi RT e Rossiya Segodnya hanno pubblicato la presunta intercettazione radio di una conversazione fra ufficiali tedeschi che parlavano di un attacco alla Crimea con missili germanici Taurus.

 

 

Il cancelliere Olaf Scholz ha negato ancora che la Germania possa dare agli ucraini questi missili con gittata da 500 km perché "potrebbero colpire Mosca" e richiederebbero l'invio di ufficiali tedeschi in Ucraina per prepararli. La Russia ha inviato un segnale non verbale, collaudando un missile a testata nucleare RS-24 Yars, lanciato dal poligono di Plesetsk e impattato sul bersaglio di Kura, nella penisola siberiana della Kamchatka. Lo Yars, lungo 22 metri, può portare fino a 10 testate nucleari e ha una gittata di 11.000 km. Ha ribadito l'arrivo in Ucraina "prima dell'estate" dei primi caccia F-16 donati da Copenhagen, la premier danese Mette Frederiksen, che ricorda come Kiev avrà tali aerei "anche dall'Olanda, stiamo addestrando i piloti". A fine febbraio, tuttavia, l'aviazione americana parlava di soli quattro piloti ucraini che hanno terminato l'addestramento sugli F-16 in Arizona.