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Kamala Harris, colate di bava. Ma sull'economia è impossibile nascondere il flop di Biden

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Il poster in stile Obama per Kamala Aprite gli ombrelli, mi raccomando! Per i classici temporali di fine estate? Macché: per la colata di bava che – dalla lontana Chicago – sta per raggiungere pure le nostre case e le nostre città, superando ogni ostacolo, inclusi un Oceano e le sfasature da fuso orario. L’Inviato Unico, il Corrispondente Collettivo è infatti già pronto, dalla convention democratica che sta per iniziare, a una specie di Messa di incoronazione (al momento solo mediatica) di Kamala Harris: la stessa vicepresidente che perfino i giornali della sinistra americana avevano criticato per tre anni e mezzo, descrivendo il fallimento politico delle missioni che le erano state affidate (in testa, il controllo dell’immigrazione), raccontando le sue risate sguaiate, le sue gaffes, il suo essere più impopolare pure di Joe Biden.

E invece no: nelle ultime settimane, da quando la grande cupola dem si è sbarazzata di Biden imponendo lei (senza primarie, senza dibattiti, senza nemmeno una parvenza di discussione), è iniziata quella che il settimanale britannico Spectator ha opportunamente descritto come la “trasfigurazione” di Kamala. (...)

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