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Russia, "produzione in serie" del missile ipersonico Oreshnik: "Può colpire tutte le città in Europa"

sabato 23 novembre 2024

2' di lettura

"È stata presa la decisione di produrre in serie i missili ipersonici Oreshnik". Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, incontrando al Cremlino i vertici del ministero della Difesa. Lo riporta Ria Novosti. Putin ha aggiunto che "in Russia si stanno testando diversi sistemi simili a quello Oreshnik" e che il test del missile ipersonico giovedì in Ucraina è stato un successo, avvertendo che Mosca continuerà a testarne altri "in situazioni di combattimento". 

La nuova minaccia bellica non riguarda soltanto Kiev, ma la stessa Europa: i missili Oreshnik (tradotto al russo, "nocciola") possono raggiungere obiettivi in tutto il Vecchio Continente, come sottolineato dal comandante delle truppe missilistiche russe nella riunione con il presidente Putin, secondo quanto riferito dall'agenzia Tass. Un riferimento inquietante che scopre il vero scopo del Cremlino: la strategia della paura per "sganciare" gli alleati occidentali dall'Ucraina.

"Questo sistema missilistico con blocchi ipersonici può colpire qualsiasi bersaglio, da quelli isolati a un'area intera, anche se altamente protetti e con un'elevata efficienza. In base ai compiti e alla gittata, quest'arma può colpire obiettivi in tutta Europa, il che la distingue dalle altre armi a lungo raggio ad alta precisione", ha detto Sergey Karakayev allo Zar nell'incontro con i massimi funzionari della difesa russa, dirigenti di aziende del settore della difesa e sviluppatori di armi.

A rendere il missile balistico "Oreshnik" un'arma rivoluzionaria anche il fatto che possa raggiunge Mach 11 (circa 13.500 km/h). Il primo utilizzo è stato denunciato da Kiev nella regione di Astrakhan. Un attacco ad alta tecnologia. Secondo le autorità ucraine, il missile avrebbe viaggiato in un arco balistico, lasciando temporaneamente l'atmosfera terrestre, prima di percorrere circa 500 miglia per raggiungere Dnipro in soli 15 minuti. L'arma, descritta come un IRBM dotato di sei veicoli di rientro, ciascuno contenente sei submunizioni, si è diretta verso un impianto industriale nella città. Questo approccio è tipico dei missili dotati di tecnologia MIRV (veicoli di rientro multipli e indipendenti), progettati per massimizzare i danni con testate convenzionali, nucleari o persino privati ​​di carico esplosivo. La complessità dell'attacco ha evidenziato l'efficienza di un'arma in grado di combinare velocità, precisione e capacità di superare le difese convenzionali. 

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