Una "vergogna": così il presidente americano, Donald Trump, ha definito l'escalation in corso tra India e Pakistan dopo che Nuova Delhi ha comunicato di aver lanciato un attacco missilistico contro obiettivi miliziani nel Kashmir controllato da Islamabad, con quest'ultima che ha già annunciato la sua rappresaglia. Lo riportano i media internazionali. "E' una vergogna. Ne abbiamo sentito parlare appena varcata la soglia dello Studio Ovale - ha detto il capo della Casa Bianca -. Immagino che la gente sapesse che sarebbe successo qualcosa, basandosi un po' sul passato. Combattono da molto tempo". Infine, si è augurato che la crisi "finisca molto presto".
Intanto, però, la tensione tra i due Paesi resta molto alta. All'alba di mercoledì 7 maggio l'India ha lanciato una serie di raid contro il vicino, rispondendo in questo modo all'attentato che ha colpito il Kashmir indiano uccidendo 26 persone. Il bilancio degli attacchi reciproci degli eserciti indiano e pakistano adesso è di almeno 34 morti: almeno 26 civili hanno perso la vita in Pakistan e altre otto persone sono morte in India. Lo hanno reso noto il portavoce dell'esercito pakistano, il tenente generale Ahmed Chaudhry, e fonti indiane. Si tratta del più grave scontro militare tra i due Paesi negli ultimi 20 anni.
Dal canto suo il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, ha convocato per oggi una riunione del Comitato per la Sicurezza Nazionale promettendo che Islamabad darà "una risposta decisa" a quello che ha definito "un atto di guerra dell'India". Sharif ha affermato che "il nemico disonesto ha compiuto attacchi vigliacchi in cinque località del Pakistan" e che "il Pakistan ha tutto il diritto di dare una risposta decisa a questo atto di guerra imposto dall'India".