Scattano le dure punizioni di Kim Jong-un dopo il disastroso varo della nuova nave da guerra in Corea del Nord. Mentre si lavora senza sosta per raddrizzare il cacciatorpediniere rovesciatosi su una fiancata in mare durante il varo fallito lo scorso 21 maggio, una commissione d’inchiesta starebbe indagando sul lancio disastroso dell’unità, avvenuto proprio sotto gli occhi di Kim. La Kcna, agenzia di notizie del regime, riferisce che già cinque funzionari dei cantieri navali di Chongjin sono stati arrestati per quello che il leader nordcoreano ha definito "un crimine che ha danneggiato dignità e orgoglio della nazione".
Sulla lista nera di Pyongyang ci è finito innanzitutto il direttore dei cantieri di Chongjin, sulla costa orientale della penisola. La stampa del regime ha pubblicato anche il suo nome: si tratta di Hong Kil Ho, che a marzo aveva guidato il Maresciallo Kim in visita agli impianti. La Kcna ha scritto che Hong, secondo la commissione d’inchiesta, "è chiaramente responsabile dell’incidente". Una condanna velocissima e senza nessun tipo di processo. Non è escluso, secondo gli analisti, che il direttore sarà usato come principale capro espiatorio di quanto accaduto.
A seguire, ci sono stati altri tre arresti: l’ingegnere capo dei cantieri Kang Jong Chol, il responsabile della costruzione dello scafo del cacciatorpediniere, Han Kyong Hak, e il vice direttore amministrativo Kim Yong Hak. Anche loro sono stati indicati come "colpevoli del fallimento". Tutto ciò dimostra, come spiegato da Andrei Lankov, studioso di questione coreana basato a Seul, che il varo disastroso della nave "costerà alla Nord Corea alcuni dei suoi migliori ingegneri navali". Un arresto, infine, è arrivato anche ai vertici: si tratta di Ri Hyong Son, vice direttore del Ministero delle munizioni, pure lui considerato come "fortemente responsabile del grave incidente".