Vladimir Putin è pronto a porre fine alla guerra in Ucraina. Ma a diverse condizioni. Il presidente russo, infatti, sarebbe intenzionato a trovare un accordo, salvo che l'Occidente accetti ampie concessioni. Tra queste lo stop dell'espansione verso est della Nato, la revoca delle sanzioni a Mosca e lo status di neutralità per Kiev. Lo ha riferito l'agenzia Reuters che cita una fonte russa di alto livello, molto vicina al Cremlino. "Putin è pronto a fare la pace, ma non a qualsiasi prezzo", scrive l'agenzia citata dai media di Kiev, secondo tre fonti russe anonime. Le condizioni di Putin includerebbero: un impegno scritto delle principali potenze occidentali a non espandere la Nato più a est, escludendo di fatto l'adesione di Ucraina, Georgia, Moldavia e altre ex repubbliche sovietiche.
Ma anche la neutralità dell'Ucraina, la revoca delle principali sanzioni occidentali a Mosca, una soluzione sul tema degli asset sovrani russi congelati e la tutela dei russofoni in Ucraina. Secondo la fonte, se Putin non riuscirà a ottenere un accordo di pace alle sue condizioni, cercherà di dimostrare - attraverso un'escalation militare - che rifiutare la sua offerta comporterebbe in seguito un esito "più doloroso".
Indiscrezioni che arrivano dopo il sostegno tedesco a Volodymyr Zelensky nella sua produzione di armi, compreso quelle a lunga gittata. Appoggio - fa sapere Friedrich Merz - "senza restrizioni". Per il cancelliere, la pressione sulla Russia aumenterà ulteriormente "per indebolire la macchina da guerra di Mosca" e "aprire la strada ai negoziati". Il ministero della Difesa tedesco ha anche fatto sapere che metterà a disposizione di Kiev altri 5 miliardi di euro in aiuti militari. E la replica del Cremlino non si è fatta attendere: le dichiarazioni del cancelliere tedesco sui missili a lungo raggio sono "un'ulteriore provocazione verso la guerra e un tentativo di costringere gli ucraini a continuare a combattere".