Tra gli oltre 300 passeggeri del Boeing 787 dell'Air India, che si è schiantato un minuto dopo il decollo in una zona residenziale della città di Ahmedabad, ci sarebbero due sopravvissuti, come riferito dai media locali che citano un investigatore. Uno di loro, seduto al posto 11A, si troverebbe in ospedale per ricevere le cure. Si tratterebbe di un uomo di 40 anni, Vishwash Kumar Ramesh, cittadino britannico di origine indiana, che viaggiava insieme al fratello Ajay, di 45.
"Trenta secondi dopo il decollo, c'è stato un forte rumore e poi l'aereo si è schiantato. È successo tutto così in fretta", avrebbe raccontato al quotidiano Hindustan Times il superstite, che ha riportato "lesioni da impatto" al petto, agli occhi e ai piedi. Finora il numero ufficiale delle vittime nell'incidente, secondo la polizia, sarebbe superiore a 300. Secondo i notiziari televisivi indiani, il velivolo si è schiantato sulla sala da pranzo di un residence della facoltà di medicina. E almeno 50 studenti sono stati portati in ospedale; cinque invece risultano dispersi e almeno due si trovano in terapia intensiva.
Intanto aumentano i dubbi e i sospetti sul volo diretto a Londra Gatwick. Sotto la lente ci finisce in particolare la questione dei flap, la parte mobile delle ali che aiuta la portanza dell’aereo. In alcuni video dell'incidente, li si vede in una posizione giudicata non adeguata per la fase di decollo: erano già rientrati pur essendo il carrello ancora abbassato. In genere, invece, i flap dovrebbero essere fatti rientrare una decina di minuti dopo il decollo, non certo dopo 60 secondi. Il carrello invece viene riportato su dopo una decina di secondi.
A insospettire, poi, anche il fatto che il Boeing abbia fatto fatica a prendere ulteriore quota dopo il decollo. Pare proprio che i piloti abbiano avuto difficoltà a tenere il mezzo a un’altezza di "sicurezza" dalle abitazioni a terra. Un elemento in particolare non torna: la pista 23 dell’aeroporto di Ahmedabad, quella dalla quale è partito il Boeing, è lunga 3.505 metri. Ma secondo i dati raccolti dai siti di monitoraggio dei movimenti aerei, il volo sarebbe entrato più o meno a metà di quella pista e da lì avrebbe subito avviato la rincorsa percorrendo solo 1.900 metri di asfalto. Una velocità che non sarebbe sufficiente a decollare, secondo alcuni piloti contattati dal Corriere della Sera. Il dubbio, insomma, è che ci sia stata poca rincorsa.