L'ombra della crisi economica sulla Russia. "I numeri mostrano un raffreddamento dell’economia, ma le cifre di cui disponiamo sono uno specchietto retrovisore. A giudicare dagli indicatori e dalle sensazioni attuali nel mondo del business, a me pare che siamo nell’anticamera di una recessione". A dirlo è il ministro dell’Economia russo, Maksim Reshetnikov. Una posizione, va detto, che come ricorda il Sole 24 Ore è in contrasto con quelle di Anton Siluanov, il ministro delle Finanze, e di Elvira Nabiullina, la potentissima presidente della Banca Centrale russa, ma segna in ogni caso una crepa significativa nella propaganda del Cremlino.
Una risposta glaciale a Reshetnikov arriva direttamente dal presidente russo Vladimir Putin, secondo cui "la Federazione Russa non deve in nessun caso permettere stagnazione e recessione".
Intervenendo alla sessione plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, lo Zar ha menzionato gli allarmi recessivi, ma ha in qualche modo confermato il rischio. Putin ha sottolineato che le industrie manifatturiere hanno registrato una crescita costante, consentendo al Paese di ridurre la sua dipendenza dalle esportazioni di petrolio e gas. “La percezione dell'economia russa come basata sulle materie prime e dipendente dalle esportazioni di idrocarburi è chiaramente superata”, ha affermato Putin. Il presidente russo ha anche lodato le prospettive economiche del Paese, affermando che è riuscito a frenare l'inflazione e ad alleggerire la sua dipendenza dalle esportazioni di energia.
L'economia russa, colpita da una serie di sanzioni occidentali, ha finora superato le previsioni. Le elevate spese per la difesa hanno stimolato la crescita e mantenuto bassa la disoccupazione, nonostante abbiano alimentato l'inflazione. I generosi bonus di reclutamento per i militari e le indennità di morte per i caduti in Ucraina hanno inoltre portato maggiori entrate nelle regioni più povere del Paese. A lungo termine, tuttavia, l'inflazione e la mancanza di investimenti stranieri rappresentano una minaccia per l'economia. Gli economisti hanno messo in guardia dalla crescente pressione sull'economia e dalla probabilità di una stagnazione dovuta alla mancanza di investimenti in settori diversi da quello militare.