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Trumpiani colpevoli di troppa tintarella: ultimo delirio a sinistra

Gli anti-Donald accusano Kennedy & co: "Si abbronzano in odio alla scienza"
di Claudio Brigliadori mercoledì 23 luglio 2025

2' di lettura

«Tintarella di luna, tintarella color Maga». Chissà, magaritra qualche giorno diventerà il nuovo tormentone della sinistra anti-Trump, capace di scambiare per una pericolosa “campagna politica” anche la più banale delle cafonate. Come, appunto, il pervicace ricorso alle lampade in qualsiasi periodo dell’anno per assicurarsi una abbronzatura perenne.

Fino a qualche tempo fa una scelta da derubricare, appunto, al più classico dei “de gustibus”. Ma da quando Donald è tornato alla Casa Bianca con una carica ancora più dirompente e iconoclasta rispetto al suo primo mandato, ecco qua la genialata: non è un’abitudine, più o meno legittimamente criticabile. No, è ideologia. Di più, un regime: chi ha bisogno delle camicie brune quando di bruno c’è già la pelle?
A sostenerlo non è qualche talebano woke capace di vedere streghe politicamente scorrette anche sul lettino di un centro estetico. No, sono importanti organi di stampa come Atlantic, Elle e Fortune, prontamente citati dalla nostrana Repubblica il cui prestigioso corrispondente Paolo Mastrolilli rende edotti gli italiani della pericolosa deriva fascistoide a stelle e strisce.

Dall’onda nera di casa nostra alle faccette nere amerikane, insomma. Quella di Donald Trump, ma soprattutto del ministro della Sanità Robert Kennedy, il contestatissimo rampollo della dinastia democratica più famosa della storia, non solo Oltreoceano. Per una volta, il problema non sono il vice di Trump JD Vance, spesso considerato la vera anima della nuova destra ma evidentemente troppo allampanato, né i due fedelissimi come il muscolare Pete Hegseth, segretario alla Difesa, o la biondissima Pam Bondi, procuratore generale. No, la pietra dello scandalo sono Kennedy e la sua carnagione abbrustolita. E dire che fino a qualche anno fa si poteva ancora sorridere di tamarri come i giovani protagonisti di Jersey Shore, loro sì perennemente color salmone.

Secondo Repubblica e i media americani, la tintarella starebbe tornando di moda «non solo per ragioni estetiche» ma «ideologiche», essendo il movimento trumpiano Maga «da sempre allergico a qualunque consiglio salutista». Addirittura, quella di Kennedy e degli accoliti del presidente sarebbe una rivolta ponderata contro i medici che «continuano a ripetere che esporre troppo la pelle al sole provoca il cancro».

Il ragionamento non fa una grinza: i trumpisti rifiutano «ogni intervento capace di limitare la libertà o cambiare le abitudini consolidate, qualunque sia il motivo». Dunque dicono no alla «protezione dell’ambiente», alla «lotta ai cambiamenti climatici», alle «diete che suggeriscono di limitare il consumo di carne rossa e insaccati», alle «campagne contro il fumo e ora l’alcool». E di conseguenza dicono sì al «colorito arancione».

D’altronde, ricorda Mastrolilli, Kennedy era quello che durante la pandemia combatteva anche contro i vaccini, era un negazionista, un complottista. E a proposito di complotti, Repubblica agita lo spettro di una popolazione «lasciata sola a scegliere fra rischiare il cancro, oppure schierarsi con la nuova tendenza prevalente tra i fedeli sostenitori dell’amministrazione». Par di capire che il prossimo step sarà la fondazione di un nuovo partito: dal Maga all’Uva, inteso come i raggi. L’alta gradazione alcolica invece la lasciamo a chi ha gli incubi anche dall’estetista.

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