Le forze di occupazione israeliane hanno arrestato lo sceicco Mohammad Hussein, Gran Mufti di Gerusalemme e della Palestina, dopo la preghiera del venerdì presso il complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Lo rende noto l'agenzia di notizie palestinese Wafa.
Secondo il Dipartimento del Waqf Islamico, la polizia israeliana ha arrestato lo sceicco Hussein, il più alto rappresentante della legge islamica di Gerusalemme, poco dopo aver pronunciato il sermone del venerdì. È stato prelevato dai cortili della moschea e scortato fino alla Porta Marocchina, una delle porte che conducono al complesso di Al-Aqsa. Fonti locali hanno riferito che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella sala di controllo audio della moschea e hanno arrestato il Gran Mufti dopo un sermone in cui aveva condannato la politica israeliana di affamare il popolo palestinese nella Striscia di Gaza. Le fonti hanno anche confermato che un'unità speciale della polizia israeliana ha fatto irruzione sia nell'ufficio del capo della guardia della moschea sia nell'ufficio del direttore della moschea, in concomitanza con l'arresto del Mufti.
Benzina sul fuoco di una situazione esplosiva ormai dall'8 ottobre 2023, all'indomani delle stragi di civili israeliani orchestrate da Hamas. E che da tempo è incendiata anche a livello diplomatico internazionale. Nelle scorse ore il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà ufficialmente come Stato indipendente la Palestina. Decisione che Israel Katz, ministro della Difesa, definisce una "vergogna e una capitolazione al terrorismo, nonché una ricompensa e un incoraggiamento per gli assassini e gli aggressori di Hamas, che hanno commesso il più terribile massacro del popolo ebraico dai tempi dell'Olocausto", accusando il capo dell'Eliseo di stare "lavorando per indebolire Israele". E arriva anche la bordata di Donald Trump: Macron. commenta il presidente Usa, "è una brava persona, ma la sua dichiarazione non cambierà nulla".
Diverse le reazioni alla posizione di Parigi. Dall'Olanda attacca Geert Wilders, leader della destra, secondo cui la Francia "premia i terroristi islamici di Hamas per il massacro del 7 ottobre riconoscendo lo 'Stato palestinese'. I Paesi Bassi non devono mai fare lo stesso. Inoltre, esiste già uno Stato palestinese che abbiamo riconosciuto: è la Giordania. Giordania = Palestina!". A Londra invece oltre cento deputati britannici, appartenenti a vari partiti, hanno firmato una lettera indirizzata al primo ministro Keir Starmer per chiedere il riconoscimento immediato dello Stato di Palestina. Decisamente più cauto il governo tedesco, che "non prevede di riconoscere a breve uno Stato palestinese" come dichiarato oggi dal portavoce Stefan Kornelius. Berlino "continua a considerare il riconoscimento di uno Stato palestinese come una delle fasi ultime verso la soluzione dei due Stati", ha precisato in un comunicato Kornelius, ricordando che la sicurezza di Israele "riveste un'importanza primaria" per la Germania. Reazioni soddisfatte per la decisione di Macron arrivano dall'Egitto, dalla Cina e dalla Russia, mentre da Roma è Lorenzo Fontana, presidente leghista della Camera, ad affrontare la questione con saggezza e senza pregiudizi: "E' giusto porsi la domanda" se il riconoscimento dello stato palestinese aiuta "a risolvere la questione del conflitto - spiega -. È una domanda che mi sono posto ieri, quando ho visto il presidente Macron parlare di questa questione. Mi chiedevo se questo può contribuire a risolvere o ad aggravare. Da un lato può aiutare a depotenziare Hamas. Dall'altro il rischio è che Israele sentendosi accerchiata possa aggravare la situazione. La cosa non mi vede contrario, però non so se si risolve il conflitto".