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Macron, "invidia di Meloni e paura di Le Pen": cosa c'è dietro l'attacco all'Italia

di Albert Doinel domenica 24 agosto 2025

3' di lettura

Come se non bastassero le profonde crisi diplomatiche attualmente in corso con Israele e Algeria, Paesi con cui la Francia, storicamente, ha sempre avuto solidi rapporti, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha deciso di aprirne una terza con l’Italia, convocando l’ambasciatrice italiana a Parigi Emanuela D’Alessandro in seguito a commenti del vice premier Matteo Salvini giudicati «inaccettabili». Rivelata dall’Afp, la convocazione al Quai d’Orsay, il ministero degli Esteri francese, è avvenuta poche ore dopo che il leader della Lega, giovedì scorso, aveva invitato il presidente francese, in dialetto milanese, a «taches al tram», ossia ad attaccarsi al tram, esortandolo polemicamente ad andarci lui in Ucraina: «Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina», aveva detto Salvini a margine di un sopralluogo in via Bolla a Milano, manifestando la sua ostilità alla proposta sostenuta da Macron, ma anche dal primo ministro britannico Keir Starmer, di mandare truppe europee sul fronte ucraino.

«È stato ricordato all’ambasciatrice che queste dichiarazioni erano in contrasto con il clima di fiducia e le storiche relazioni tra i nostri due Paesi, nonché con i recenti sviluppi bilaterali, che hanno evidenziato forti convergenze tra i due Paesi, in particolare per quanto riguarda il loro incrollabile sostegno all’Ucraina», ha detto una fonte diplomatica francese all’Afp.

Ma come si spiega questa reazione sproporzionata da parte della Francia? «Macron, quando fa diplomazia, pensa quasi sempre alla politica interna», secondo Louis Hausalter, giornalista politico del Figaro. «E forse vuole rafforzare la rivalità tra Meloni e Salvini», aggiunge Hausalter. Secondo altri osservatori, il gesto di Macron potrebbe anche essere letto come un attacco alla grande avversaria politica, Marine Le Pen, leader del Rassemblement national: colpire Salvini per colpire Le Pen, insomma. Anche perché la leader sovranista sta volando nei sondaggi di popolarità, a differenza di Macron, ed è in cima alle intenzioni di voto in vista del primo turno delle presidenziali del 2027: tra il 32% e il 36%, secondo un recente sondaggio Elabe per BfmTv.

Per altri, come Antoine Colonna, direttore della rivista di geopolitica francese Spectacle du monde, la reazione spropositata dell’inquilino dell’Eliseo alle frasi di Salvini «è figlia della gelosia di Macron nei confronti di Meloni, in particolare dopo l’episodio di Washington, dove la presidente del Consiglio italiano, diversamente dal presidente francese, ha brillato accanto all’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump. Meloni ha rubato © RIPRODUZIONE RISERVATA la vedette a Macron anche sul dossier ucraino». Non serve essere esperti di linguaggio del corpo per registrare il fastidio nel volto del capo dello Stato francese quando Trump, prima dell’intervento del presidente del Consiglio italiano, ha elogiato Meloni, definendola «una grande leader, di ispirazione per tanti», che «nonostante la giovane età sta durando molto», «altri non durano come lei».

Ed è probabile che all’Eliseo sia andato di traverso anche il fatto che la proposta meloniana di creare un meccanismo ispirato all’articolo 5 della Nato – mutua difesa in caso di attacco di uno dei Paesi membri –, ma senza adesione formale di Kyiv all’Alleanza atlantica né contingenti di pace sul suolo ucraino, abbia incassato l’approvazione dell’inviato speciale del presidente americano Steve Witkoff. Non a caso Macron è stato l’unico leader occidentale a manifestare pubblicamente le sue perplessità in merito alla misura avanzata da Meloni, definendola solo «teorica» e ribadendo che «la prima delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina è un esercito ucraino solido e robusto» e l’invio di truppe europee. Peccato che i suoi stessi concittadini non siano d’accordo con lui su quest’ultimo punto. Un sondaggio dell’istituto Csa per il Journal du dimanche ha infatti evidenziato lo scorso marzo che il 65% dei francesi è contrario all’invio di soldati francesi in Ucraina.

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