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Nicolas Sarkozy, primo giorno in galera? La sinistra esulta

di Mauro Zanon mercoledì 22 ottobre 2025

3' di lettura

Nessun ex capo di Stato di un Paese dell’Unione europea aveva mai subito una sorte simile. Ieri, Nicolas Sarkozy, presidente della Repubblica francese dal 2007 al 2012, ha varcato la soglia della Santé, l’ultimo istituto penitenziario di Parigi, per iniziare a scontare la pena di cinque anni di reclusione ai quali è stato condannato per associazione a delinquere nell’ambito dell’affaire sui presunti finanziamenti libici della sua campagna per le presidenziali del 2007. «Una sola notte in prigione è una notte di troppo», ha dichiarato a BfmTv Christophe Ingrain, uno degli avvocati di Sarkozy. Subito dopo l’ingresso in carcere del loro assistito, i legali hanno depositato la richiesta di scarcerazione, grazie alla quale la detenzione potrebbe ridursi a tre-quattro settimane. La Corte d’appello ha due mesi di tempo per pronunciarsi e se la richiesta verrà respinta, Sarkozy, come previsto dall’“esecuzione provvisoria” decisa dal Tribunale correzionale di Parigi che lo ha condannato lo scorso 25 settembre, starà in prigione almeno fino alla sentenza di secondo grado, attesa nel 2026.

La giornata, per Sarkò, è iniziata con la manifestazione di sostegno organizzata sotto casa dal figlio Louis. All’angolo tra rue Pierre-Guérin e rue de la Source, nel Sedicesimo arrondissement, centinaia di amici e simpatizzanti dell’ex leader gollista hanno scandito «Nicolas! Nicolas!». Quando attorno alle 9.15 è uscito dal suo domicilio mano nella mano con la moglie Carla Bruni, l’ex capo dello Stato è stato accolto da applausi, bandiere francesi e Marsigliese cantata a squarciagola. «Un uomo innocente sta per essere incarcerato. Non presenta alcun rischio di fuga, non è stato condannato in via definitiva, eppure lo sbattono in prigione», ha scritto su Instagram l’altro figlio di Sarkozy, Jean.

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«Quest’uomo non rappresenta alcun pericolo per la sicurezza dei francesi. Ma la sua sicurezza non sarà forse minacciata in ogni momento?», ha aggiunto.
Al suo arrivo alla Santé, i detenuti hanno accolto l’ex presidente con «Oh, benvenuto Sarkozy!», «C’è Sarkozy!». In seguito, come da protocollo, gli sono state prese le impronte digitali, gli è stata scattata una foto e gli è stato assegnato un numero di matricola, la sua carta d’identità interna al carcere. Oltre ad alcuni pullover per proteggersi dal freddo e a dei tappi per le orecchie in ragione delle urla frequenti degli altri detenuti, Sarkozy, nella sua valigia, ha infilato due libri: una biografia di Gesù scritta da Jean-Christian Petitfils e Il Conte di Monte-Cristo di Alexandre Dumas. Ma ha anche portato carta e penna: è deciso a scrivere un libro sulla sua detenzione.

«La mia vita è un romanzo. La fine della storia non è ancora stata scritta», ha detto al Figaro nel weekend. Lasciando il carcere, uno degli avvocati di Sarkò, Jean-Michel Darrois, ha osservato: «Al termine di un’acrobazia giudiziaria, di una costruzione intellettuale, il tribunale, senza alcuna prova, ha deciso di imprigionare Nicolas Sarkozy per associazione a delinquere. $ un giorno funesto per lui, per la Francia e per le nostre istituzioni. E' una vergogna». Un attacco ai magistrati che in dieci anni di istruzione non sono riusciti a trovare alcuna traccia di fondi libici destinati alla campagna elettorale di Sarkozy nel 2007 e sono arrivati a una condanna dell’ex capo dello Stato sulla base di indizi e non di prove oggettive.

Da Lubiana, in Slovenia, l’attuale presidente francese Emmanuel Macron, che ha ricevuto Sarkozy all’Eliseo prima della sua incarcerazione, ha detto che il dibattito sull’esecuzione provvisoria è «legittimo in una democrazia, perché tutti desiderano che esistano vie di ricorso e di appello». Quella stessa esecuzione provvisoria che per ora impedisce alla leader del Rassemblement national Marine Le Pen, in cima a tutti i sondaggi di popolarità, di presentarsi alle presidenziali del 2027. Su X, nel tragitto che lo portava dal suo domicilio alla Santé, Sarkozy ha lasciato un messaggio: «Nel momento in cui mi appresto a varcare le mura della prigione della Santé, i miei pensieri vanno alle francesi e ai francesi di ogni condizione e opinione. Voglio dire loro che non è un ex presidente della Repubblica a essere incarcerato questa mattina, ma un innocente».

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