La guerra tra gli Stati Uniti e il Venezuela sembra oggi davvero a un passo. Il presidente Usa Donald Trump starebbe valutando la possibilità di "colpire strutture per la produzione di cocaina" e le rotte del narcotraffico all'interno del territorio del Paese sudamericano. Lo hanno detto alcuni funzionari statunitensi anonimi all'emittente Cnn, precisando che una decisione finale a riguardo non è stata ancora raggiunta.
La notizia arriva dopo che il Pentagono ha disposto il dispiegamento della portaerei Uss Gerald R. Ford nel mare dei Caraibi, e dopo alcune indiscrezioni di stampa secondo cui la Casa Bianca avrebbe autorizzato la Cia a condurre operazioni sotto copertura in Venezuela. Le fonti hanno precisato che il presidente Usa non avrebbe "ancora escluso" la possibilità di adottare un "approccio diplomatico" nei confronti di Caracas, per fermare il traffico di droga negli Stati Uniti.
Nel regime chavista di Nicola Maduro intanto è panico: gli Stati Uniti "stanno costruendo una nuova guerra", dice il presidente venezuelano criticando la decisione di Washington di schierare un gruppo d'attacco di portaerei nei Caraibi. Avevano promesso che non si sarebbero fatti coinvolgere mai più, ma stanno costruendo una guerra che noi impediremo", afferma Maduro parlando alle emittenti statali.
L'Esercito venezuelano ha inoltre promesso che farà di tutto per evitare che a Caracas si insedi un governo "sottomesso" agli Stati Uniti, ha dichiarato il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino, accusando gli Usa di voler rovesciare Maduro con il sostegno dell'opposizione. "Interpretatelo come volete: le Forze Armate non permetteranno che qui si insedi un governo asservito agli interessi degli Stati Uniti", ha dichiarato Padrino all'emittente televisiva pubblica Vtv. "Basta schiavi! Siamo un Paese libero!", ha scandito.