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La finta rivoluzione di Mamdani: nella sua squadra tutti milionari

Altro che uomini della strada: la corrente dei socialisti di Sanders che appoggia il neosindaco è piena di giovani ricchi bravissimi sui social, che però della classe operaia non sanno niente
di Costanza Cavalli sabato 8 novembre 2025

3' di lettura

Pifferaio magico degli uomini e delle donne da marciapiede (ops) che lottano per il proletariato, il socialista democratico Bernie Sanders ha irretito una platea di giovani politici che, dal Maine all’Illinois, dal Michigan all’Arkansas, si stanno velocemente accaparrando i voti degli elettori delusi dai democratici più moderati. Hanno soluzioni economiche pentastellate e messaggi culturali pro-Pal, sfruttano la pervasività dei social media e fanno esplicito riferimento al socialismo. Soprattutto, basta scavare un filo sotto la superficie per capire che della classe operaia non hanno la polvere né sanno la fatica, a partire da Zohran Mamdani, appena diventato sindaco di New York grazie a una campagna elettorale fatta di corse in autobus e scandita da un orologio Casio da 99 dollari al polso. Anche l’accessorio, probabilmente, gli sarà stato suggerito dallo stilista Bailey Moon, che ha tra le sue clienti Pamela Anderson e Diane Lane, consultato da Zohran perché gli scegliesse qualche cravatta e desse qualche dritta alla moglie.

Rama Duwaji, la 28enne con velleità artistiche già diventata la Lady Diana che ci meritiamo, ha scelto di indossare Zeid Hijazi, stilista palestinese-giordano che sul sito vende l’obbligatoria divisa di chi non sa come pagar l’affitto, t-shirt da 300 dollari e abiti da 1.500. I due si sono sposati lo scorso febbraio in Uganda, nella tenuta della famiglia Mamdani (babbo professore alla Columbia, mamma regista e produttrice cinematografica candidata all’Oscar, entrambi studenti di Harvard). Il complesso residenziale si sviluppa su due acri di terreno e, per l’occasione, era circondato da guardie armate e protetto da disturbatori di frequenze per metter fuori uso gli smartphone. Bizzarro, per uno che ha trascorso metà della sua carriera politica a chiedere il taglio dei fondi per il Dipartimento di polizia. Così come è bizzarro che Mamdani viva in un appartamento con affitto congelato, dopo esser cresciuto in una casa milionaria del Queens. Un altro che può permettersi di fare il povero grazie ai soldi di famiglia è Graham Platner, candidato democratico al Senato nel Maine.

Comunista e supersoldato antifa che combatte l’oligarchia (ipse dixit), Platner è stato venduto agli americani come allevatore di ostriche. In realtà ha frequentato il prestigioso collegio Hotchkiss in Connecticut (la retta costa 75mila dollari l’anno) e, dopo aver prestato servizio militare, ha lavorato come appaltatore per la sicurezza del Dipartimento di Stato. Suo padre è un avvocato noto in tutto lo stato, suo nonno ha progettato la sede della Fondazione Ford. È finito in uno scandalo per via di un tatuaggetto che gli era scappato di fare mentre era marine: un Totenkopf, il teschio dell’unità delle SS che gestiva i campi di concentramento. Ha dichiarato che Israele stava «finanziando Hamas» per impedire la nascita di uno stato palestinese. In Illinois c’è Kat Abughazaleh, la 26enne candidata per il nono distretto del Congresso nel 2026. Con oltre 6 milioni di like su TikTok e oltre 250mila follower su X, sostiene i limiti di mandato per il Congresso, l’ampliamento della Corte Suprema, l’asilo illimitato per i rifugiati e l’aborto senza restrizioni. Accusa il governo Netanyahu di «etnonazionalismo militante di estrema destra», qualunque cosa voglia dire. Suo padre, palestinese di Gerusalemme, repubblicano, emigrò negli Usa da bambino, fondò una piattaforma di consulenza per il trading di materie prime e una società di elaborazione dati. È amministratore di hedge fund. Un curriculum che gli ha permesso di mandare la figlia nelle migliori scuole private.

Al Congresso siede già Ilhan Omar. Arrivata in Minnesota come rifugiata dalla Somalia, ha ricevuto accuse bipartisan di antisemitismo dopo aver parlato di «atrocità inimmaginabili commesse dagli Stati Uniti, Hamas, Israele, Afghanistan e Talebani», tutti insieme, nella stessa frase. Il suo patrimonio netto sfiora i 6 milioni di dollari grazie alle partecipazioni di proprietà del marito in un’azienda vinicola e in una società di venture capital. Tutti, da Ruwa Romman, palestinese candidata a governatrice della Georgia nel 2026, al senatore Omar Fateh, musulmano somalo difensore dei diritti dei transgender, hanno imparato dal migliore, Sanders, appunto, 45 anni di vita a lavorare a spese dei contribuenti. Prima come sindaco di Burlington, poi in rappresentanza del Vermont alla Camera dei Rappresentanti e infine rappresentandolo al Senato. Nel frattempo è diventato milionario e s’è comprato tre case, tutte «case della classe media», dice.

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zohran mamdani

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