Nemmeno i giorni di Natale hanno rappresentato una pausa, quantomeno spirituale, nell’ormai lungo e logorante conflitto tra Russia e Ucraina. L’ultima analisi la fa Federico Rampini sulle pagine del Corriere della Sera e si domanda: “Putin è finito nella trappola imperiale?”. Già, perché dopo quasi quattro anni di guerra, che dovevano durare ‘quindici giorni’, ora la Russia sembra essersi impantanata in un conflitto senza fine, con costi che superano ogni strategia di vittoria a basso prezzo.
Secondo lo storico Mankoff, citato da Rampini, Mosca ha ripetuto gli errori di tanti Zar: ha sottovalutato la coesione occidentale, la tenacia dell’Ucraina e la capacità degli Stati Uniti e dell’Europa di fornire armi e risorse. “Ha creduto che l’Ucraina sarebbe crollata in pochi giorni”, ma la realtà è stata una lunga guerra di logoramento, con fronti interminabili e costi umani insostenibili. E non è tutto. La trappola non è solo militare: è economica e sociale.
La Russia mantiene il rublo e la stabilità finanziaria per ora, ma la spesa militare superiore al 7% del PIL è un macigno sul futuro. La riconversione industriale alla produzione bellica distorce l’economia, il mercato azionario langue e l’esodo di giovani lavoratori aggrava una crisi demografica profonda. E, mentre il Cremlino cerca di mantenere il controllo con nazionalizzazioni e repressione, cresce il rischio di tensioni interne.
“I problemi non saranno improvvisi ma cronici”, ammonisce Rampini citando Mankoff, perché il vero banco di prova non sarà la fine dei combattimenti, ma ciò che verrà dopo. Putin, una volta imperatore di un regno nostalgico, oggi sembra inchiodato dalla storia stessa che voleva dominare, intrappolato da un’avventura che rischia di consumare non solo il suo prestigio, ma l’intera struttura della Russia. A prezzo salato dei cittadini e dell’Europa intera. Rampini, quindi, tuona: “Nell’immediato Putin può ancora tentare di estrarre il massimo risultato possibile in Ucraina, sia sul terreno militare sia su quello diplomatico. A lungo andare però la storia non sarà clemente con lui”.