Il presidente russo

Vladimir Putin, un leader isolato: il passo falso con cui ha fatto crollare la sua rete di influenze in Europa

Fabrizio Cicchitto

L'intesa di principio e di fatto tra la Russia e la Cina è in atto da molti anni passata la fase che ha riguardato il crollo del comunismo in Russia e nei paesi dell'Est. Successivamente sono intervenuti alcuni incredibili errori politici fatto da Bush jr., da Obama, su un piano diverso da Trump e ultimamente da Biden con la disastrosa ritirata dall'Afghanistan che hanno restituito a Putin un ruolo politico nel Medio Oriente. Queste vicende politiche e le crisi economiche avvenute negli Usa nel 2007-2008 e in Europa nel 2010-2011 hanno consolidato in Russia e in Cina la valutazione che l'Occidente nel suo complesso sta andando incontro ad una fase di decadenza che può avere anche conseguenze politiche immediate. Così il 4 febbraio Putin e Xi Jinping hanno firmato un documento ideologico comune di notevole ambizione nel quale sostanzialmente contrappongono la loro visione di democrazia autoritaria alla libera democrazia piena di buchi e di contraddizioni che caratterizza l'Occidente.

 

 

 

DICHIARAZIONI

Si è trattato di un documento molto ambizioso che non ha avuto negli Usa e in Europa la dovuta considerazione. Adesso tutto ciò viene confermato con le dichiarazioni rese dal ministro degli Esteri russo Lavrov e da quello cinese Wang Yi in un recente incontro in Cina. Ha dichiarato Lavrov: «Noi e la Cina amici senza limiti per un nuovo ordine». A sua volta il ministro cinese Wang Yi ha affermato: «La Cina è disposta a collaborare con la Russia». Nel comunicato congiunto si afferma che «i due paesi vogliono continuare il coordinamento in politica estera parlando con una sola voce». Entrambi hanno condannato le sanzioni contro la Russia come illegali. Però tutto questo discorso è monco se esso non si estende a tutto quello che Putin ha fatto nel corso di questi anni per ampliare l'influenza del suo sistema di potere nelle varie nazioni dell'Occidente. Putin ha dato vita sia ad una ferrea autocrazia, sia ad una incredibile cleptocrazia che è partita dalla Russia, ma si è estesa all'Europa: gli oligarchi, d'intesa con Putin, hanno rastrellato parte delle risorse pubbliche, ma poi hanno trasferito i loro business in Inghilterra, in Svizzera, in Francia e in Italia. In tutti di questi paesi affari di tutti i tipi hanno coinvolto leader politici, interi partiti è una rete di gruppi economici. L'errore fatto da Putin però è che non ha capito che per tenere in piedi questa rete di influenze doveva seguire una linea di politica estera moderata e avvolgente e invece ha creduto che i partecipanti al suo sistema di business lo avrebbero coperto sempre, anche di fronte ad operazioni di straordinaria aggressività come quella originariamente progettata per l'Ucraina.

 

 

 

VALORI ORIGINARI

Può anche darsi che tutto il male (che è moltissimo) non venga per nuocere. Può darsi, cioè, che dopo anni di inconsapevolezza culturale e politica, di preminenza data ciecamente ai grandi business, adesso finalmente l'Occidente e in primo luogo l'Europa aprano gli occhi, superando anche le distinzioni fra "ragionevoli" e "sovranisti" e riescano a recuperare i valori originari con tutti i necessari aggiornamenti. Tutto ciò sta avvenendo grazie agli ucraini, alla loro straordinaria resistenza che ha fatto saltare tutti i piani di Putin e del suo sistema.