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Il Pd in piazza con i lavoratori che ha fregato

giovedì 6 febbraio 2025

2' di lettura

Sosteneva Giuseppe Prezzolini che il conservatore è l’uomo del dopodomani, in quanto è realista e si batte per difendere le istituzioni che si trovano in ogni tempo e in ogni società e per questo aspira a un governo dei competenti. Sosteneva anche, il grande giornalista e intellettuale della destra, che il conservatore fosse un freno indispensabile agli utopisti, che si innamorano di idee mai sperimentate le quali, quando si realizzano, hanno effetti drammaticamente diversi da quelli ipotizzati.

La sinistra di oggi, ultra-ambientalista, globalista, pro-immigrazione senza regole e a favore del fanatismo del politicamente corretto, non è utopista come quella comunista di ieri, per ideologia, ma per disperazione e mancanza di visione politica. Si rifugia nello slogan, nella moda, in qualsiasi battaglia alla quale riesce ad appiccicare un’etichetta buonista e smerciabile all’elettorato meno preparato, più debole strutturalmente e più passivo intellettualmente.

Sono considerazioni che nascono spontanee alla notizia che gli europarlamentari del Pd, di Alleanza Verdi e Sinistra e di M5s hanno abbattuto le distanze che quotidianamente li dividono per sfilare insieme in piazza a Bruxelles. Manifestavano con i lavoratori dell’industria, in particolare dei settori auto, siderurgia e chimica, che protestavano contro le politiche verdi dell’Unione Europea che hanno fatto perdere loro il lavoro. Una scena surreale, come vedere Vladimir Putin sfilare perla pace, l’iraniano Ali Khamenei celebrare con gli ebrei la Giornata della Memoria o Filippo Turetta alla testa di un corteo di “Non una di meno”, l’associazione femminista che si batte contro le violenze di genere. Le vittime e i killer fianco a fianco, con i secondi che ostentano comprensione, promettono solidarietà, puntano l’indice contro il palazzo che occupano, ma non ammettono le loro responsabilità; anzi, cercano di scaricarle su chi li ha sempre combattuti, evidenziando le loro miopie, nefandezze, errori pelosi (...)

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