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L'Unione europea finanzia il Corano e cancella il cristianesimo

Ricerca da 10 milioni per rilanciare la presunta identità islamica dell’Europa. Coinvolti anche i Fratelli Musulmani e docenti dell’Università di Napoli
di Mauro Zanon mercoledì 30 aprile 2025

3' di lettura

Convincere gli europei che l’islam è stato il fulcro della cultura e della storia dell’Europa tanto quanto la cristianità. È questo l’obiettivo del progetto “Il Corano europeo”, noto anche con l’acronimo “EuQu”, promosso e curato da una trentina di ricercatori italiani, spagnoli, francesi, ungheresi e olandesi grazie a un maxi finanziamento di quasi dieci milioni di euro (nel dettaglio, si tratta di una borsa Synergy Grant da 9.842.534 euro) da parte del Consiglio europeo della ricerca, organismo creato dalla Commissione europea e finanziato dal bilancio dell’Ue. SCIENZIATI EuQu rientra nel programma “Eccellenza scientifica” dell’Unione europea, il cui fine, si legge sul sito, è recuperare il «terreno perso nella corsa alla produzione scientifica d’avanguardia e all’eccellenza» rispetto agli Stati Uniti.

Dal 2007 sono stati finanziati 17.000 progetti, ma “Il Corano europeo” è uno dei progetti “scientifici” che ha ricevuto il finanziamento più corposo. In confronto, un progetto sull’informatica quantistica ha ricevuto 15 milioni di euro nel 2013, come riportato dal Journal du dimanche. «Per noi c’è un reale bisogno di informazioni che dimostrino che l’Europa non era solo cristiana. Siamo storici, quindi riscriviamo costantemente la storia in base ai risultati delle nostre ricerche», ha spiegato John Tolan, professore di Storia medievale all’Università di Nantes, nonché uno dei quattro co-direttori dell’iniziativa assieme all’orientalista italiano Roberto Tottoli. Il progetto coinvolge diverse università europee e l’Italia partecipa con l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale, dove insegna Tottoli. Ma tra i partner italiani, c’è anche l’Università degli Studi “G.
d’Annunzio” Chieti – Pescara.

Sul sito ufficiale di EuQu, i ricercatori spiegano che il progetto aiuterà gli europei a «scoprire come il Corano abbia influenzato la cultura e la religione in Europa tra il 1150 e il 1850», e a «mettere in discussione le percezioni tradizionali del testo coranico e le idee consolidate sulle identità religiose e culturali europee». «Il nostro progetto si basa sulla convinzione che il Corano abbia svolto un ruolo importante nel plasmare la diversità e l’identità religiosa dell’Europa nel Medioevo e nel primo periodo moderno, e che continui a farlo», affermano gli storici, alcuni dei quali hanno rapporti sulfurei con l’islam politico.

John Tolan, come rivelato dal Journal du dimanche, ha partecipato negli ultimi anni a numerosi eventi sponsorizzati dai Fratelli musulmani. Nel 2019, è stato invitato a tenere una conferenza intitolata “Il Profeta nel pensiero europeo” dall’Istituto europeo di scienze umane di Parigi, organismo vicino ai Fratelli musulmani.

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Lo stesso anno, nel 2020 e nel 2022, ha inoltre partecipato a eventi organizzati dall’associazione Musulmans de France, descritta dal ricercatore del Cnrs Haoues Seniguer come «testa di ponte della neo-fratellanza musulmana in Francia». Sulla copertina del “Corano europeo”, c’è Napoleone Bonaparte con il testo sacro dei musulmani tra le mani.

«L’Ue finanzia la cancellazione della nostra storia», ha denunciato il sito francese Pas Notre Europe. L’ex capo di Frontex, Fabrice Leggeri, oggi eurodeputato del Rassemblement national (Rn), il partito di Marine Le Pen, ha accusato Bruxelles di «finanziare la riscrittura della nostra storia e di spianare così la strada alle future rivendicazioni islamiste». Assieme al presidente della delegazione Rn, Jean-Paul Garraud, Leggeri ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue di Ursula von der Leyen in merito al Corano Europeo.

ESTREMISTI

Oltre all’aspetto “scientifico” di EuQu, c’è quello pedagogico: sono infatti in corso due mostre, una a Tunisi e l’altra a Vienna. Quella della capitale austriaca vuole «dimostrare che l’islam è sempre stato parte integrante della cultura europea», ha spiegato Jan Loop, co-direttore del progetto finanziato dall’Ue. Altre dedicate al “Corano europeo” sono previste a Nantes, Lione, Budapest, Granada, Rabat e, secondo il Journal du dimanche, persino in Vaticano.

Con i dieci milioni di euro che Bruxelles ha sborsato per finanziare il progetto, gli autori hanno potuto produrre anche un saggio collettivo, “Il Corano europeo”, che uscirà domani. Il tutto in compagnia della ricercatrice dell’Università di Copenaghen Naima Afif, traduttrice degli scritti del fondatore dei Fratelli musulmani, Hassan el-Banna. Afif, nel quadro del progetto, pubblicherà a sua volta un libro, intitolato “Il Corano europeo ebraico”.

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