Senza stare a scomodare il sordiano Marchese del Grillo «io sono io...», eccetera - l’episodio che vede protagonista la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen risulta piuttosto istruttivo. La presidente per andare da Bruxelles a Lussemburgo, totale 187 chilometri, ha affittato un jet privato molto ma molto inquinante, alla faccia dei cittadini europei che ogni giorni si trovano a fare i conti con norme “green” sempre più complicate e costose. Pizzicata, Ursula ha fatto spiegare alla sua portavoce, Paula Pinho, che con lei c’erano anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. E che la scelta del jet è stata fatta a causa della fitta agenda.
Del resto i tre venerdì scorso dovevano incontrare a Bruxelles il neo presidente tedesco Merz e l’ultimo appuntamento era alle 12.30, ma alle 14 toccava essere a Lussemburgo per l’evento dedicato al 75mo anniversario della dichiarazione di Robert Schuman. E si sa, 187 chilometri in auto in un’oretta scarsa non li fai nemmeno se metti al volante Lewis Hamilton. Del treno non se ne parla nemmeno, per quella tratta ci vogliono oltre 4 ore. Insomma che altro poteva fare la poveretta? Chi scrive deve confessare che a un certo punto ci aveva pure creduto.
Peccato che quello di Ursula per i jet privati sia un vero e proprio “vizietto”. Solo nel 2024 ne ha presi 23, pari all’80% del totale di voli privati prenotati dall’intera Commissione europea. A fare “tana” alla von der Leyen già un anno fa, era stato il settimanale tedesco Der Spiegel. Anche in quell’occasione un altro portavoce della Commissione, Eric Mamer, si giustificò con questioni di tempo e di agenda. Ma non è finita qui.
Nel 2021 la stessa vicenda era stata raccontata dal britannico Telegraph, che aveva svelato di come Ursula, dall’inizio del suo incarico nel 2019, avesse preso degli “air taxi” per 18 dei suoi 34 viaggi ufficiali. Tra questi spicca quello per percorrere appena 50 chilometri tra Vienna e Bratislava. Ora, l’ultimo episodio risalente a pochi giorni fa sta a testimoniare che quello che viene descritto come un «uso eccezionale», dovuto «all’agenda», in realtà sia un’abitudine piuttosto consolidata.
Per la cronaca un volo privato di quel tipo emette due tonnellate di emissioni di carbonio, ovvero un quarto di quello prodotto da un europeo medio in un anno intero. Capite che c’è di che rabbuiarsi. Anche perché pure noi comuni mortali abbiamo i nostri bei problemi di agenda, che ci piacerebbe risolvere senza dover per forza cambiare l’auto o sottostare alle eurofollie che ci vengono imposte dal Green Deal voluto proprio da Ursula.
Per questo la leghista Susanna Ceccardi presenterà oggi stesso un’interrogazione a risposta scritta alla Commissione per sapere, si legge nel testo che abbiamo visionato in anteprima, «quanti voli privati ha effettuato la presidente dal 2019 a oggi; quali criteri ambientali e finanziari regolano l’uso di questi voli; se la Commissione ritenga che tale prassi comprometta la credibilità dell’azione climatica dell’Ue agli occhi dei cittadini». Fin qui l’interpellanza. Ceccardi però va oltre: «Mentre Bruxelles impone enormi sacrifici ai cittadini e alle imprese europee in nome del Green Deal, la presidente della Commissione noleggia un jet privato per coprire appena 187 chilometri, un viaggio che si potrebbe fare anche con un’auto elettrica! Altro che svolta ecologica: siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di una élite scollegata dalla realtà, che impone limiti ai motori termici e tasse ambientali, ma non rinuncia ai propri privilegi». E ancora: «Questo è il fallimento della politica europea degli investimenti: soldi sprecati in ideologia e burocrazia, zero risultati per i cittadini e le imprese!».