C'è l'accordo tra Gran Bretagna ed Unione europea sul "reset" della Brexit. Tre testi che aprono una "nuova pagina" nelle relazioni bilaterali dopo lo storico addio di Londra alla Ue decretata dal voto-terremoto del 2016 e sancita tecnicamente nel 2020. Non siamo dalle parti del "abbiamo scherzato", ma l'intesa è sicuramente profonda e segna un mezzo passo indietro da parte del governo laburista guidato da Keir Starmer, perché riguarda diversi campi di primaria importanza tra i quali la difesa, con una partnership sulla sicurezza, e l'energia. E' stata risolta anche la questione della pesca, particolarmente cara alla Francia, prevedendo il pieno accesso reciproco alle rispettive acque fino al 30 giugno 2038.
Su quest'ultimo tema, alcuni paesi dell'Ue volevano mantenere l'attuale status quo, che consente ai pescatori europei di accedere alle acque britanniche, il più a lungo possibile. Questo status quo verrà mantenuto per 12 anni, tre volte più a lungo di quanto proposto dagli inglesi all'inizio delle discussioni, hanno spiegato i diplomatici.
In cambio, gli inglesi potranno esportare più facilmente i loro prodotti sul mercato europeo, grazie al riconoscimento reciproco delle norme fitosanitarie. D'altro canto, la questione della mobilità dei giovani europei, in particolare degli studenti, verso il Regno Unito è rimandata a discussioni successive. Sulla questione migratoria, molto delicata nel Regno Unito, è stato preso l'impegno di lavorare insieme per rafforzare la cooperazione e ridurre i flussi attraverso la Manica, affermano i diplomatici.
Il vertice Ue-Gran Bretagna risponde in primo luogo alle rispettive esigenze geopolitiche. Bruxelles, con l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, è da mesi in cerca di alleati affidabili, dal Giappone al Sud-Est Asiatico. E sta delineando un allargamento politico ed economico dell'Unione che, andando oltre i Trattati, coinvolge Paesi come la stessa Gran Bretagna e Norvegia. Starmer, dal suo arrivo a Downing Street, ha dal canto suo impresso un'accelerazione ai rapporti con i leader Ue, nel segno del sostegno all'Ucraina e delle nuove esigenze di sicurezza del Vecchio Continente. Il vertice di Londra farà da cappello a tutto questo. Sullo sfondo le tensioni commerciali con Washington che sebbene su posizioni diverse, vedono Londra e Bruxelles comunque su una stessa direttrice.
Secondo le indiscrezioni delle ultime ore, filtrava l'approccio "a pacchetto" della Ue. Londra dovrebbe aver accesso agli appalti nel settore, come previsto dallo strumento Safe che mette a disposizione dei 27 un portafoglio di 150 miliardi di prestiti per le spese militari. Ma Starmer punterebbe ad avere accesso diretto al fondo europeo per il Rearm, cosa che comporterebbe a un contributo britannico al fondo stesso. Come detto, l'accordo dovrebbe prevedere una maggior cooperazione su intelligence e cybersicurezza.