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Ilaria Salis, "no alla revoca dell'immunità". Voto in Commissione, il Pd esulta: "Libera!"

di Claudio Brigliadori martedì 23 settembre 2025

3' di lettura

La commissione giuridica del Parlamento europeo (Juri) ha votato contro la richiesta di revoca dell'immunità di Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra.  La votazione con scrutinio segreto ha avuto un verdetto in bilico: i contrari sono stati 13 e i favorevoli 12. La votazione finale si terrà in plenaria nella prima settimana di ottobre.

Secondo fonti parlamentari, sarebbero stati decisivi i voti di due eurodeputati del Partito Popolare Europeo. I tabulati tuttavia non saranno disponibili in quanto lo scrutinio è avvenuto come detto con voto segreto dopo una richiesta del gruppo dei Socialisti e Democratici. Furente la reazione di Matteo Salvini e della Lega, che parlando di "eurovergogna", di "due traditori falchi tiratori nel centrodestra" e di "giustizia che in Europa non è uguale per tutti".

Soddisfazione da parte della Salis: "Oggi la Commissione Juri ha deciso di difendere la mia immunità e l’indipendenza del Parlamento, e di respingere la richiesta di revoca avanzata dal regime ungherese. È un segnale importante e positivo - scrive l'europarlamentare su X -. Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche. Ribadisco: difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orban. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza".

"La commissione non ha ritenuto ci fossero le condizioni per un processo giusto in Ungheria - spiega l'avvocato Mauro Straini, legale italiano della Salis insieme al collega Eugenio Losco -. E' stata interpretata correttamente la normativa in tema di immunità parlamentare. Non si poteva non tener conto di alcuni dati oggettivi e di alcune problematiche che ci sono in Ungheria per quanto riguarda la violazione dello stato di diritto". "Non può essere garantito in un caso così politico un processo equo in Ungheria, questo vale per la Salis e per gli stessi ungheresi - ha aggiunto Losco -. Sono questioni fondamentali ed è giusto che la commissione le abbia riconosciute. Questo è un primo passo, il voto vero e proprio sarà espresso dall'assemblea plenaria il 7 ottobre". 

Tra i primi colleghi della Salis a esprimere soddisfazione commentando il voto della Commissione Juri è Brando Benifei, uno dei veterani del Partito democratico a Bruxelles e membro della stessa commissione: "Ilaria Salis è libera: non verrà riportata in carcere in Ungheria, non subirà l'ingiustizia del governo di Orban. Il Parlamento europeo difendendo oggi la sua immunità ha difeso lo Stato di Diritto in Europa, per tutte e tutti i cittadini". 

Salvo clamorose sorprese in plenaria, dunque, la Salis sembra aver vinto il suo braccio di ferro politico, ideologico e psicologico con Orban, il premier ungherese e leader dei Patrioti per l'Europa che da mesi insiste per fare tornare l'attivista antifascista italiana nell'aula di tribunale di Budapest.

Dal 2023 la Salis è accusata di aver partecipato al pestaggio in strada di un militante di estrema destra durante una manifestazione nella capitale ungherese. Se condannata, rischia 24 anni di carcere dopo averne già trascorso uno e mezzo in via preventiva, durante le indagini condotte dalle autorità magiare. Una vicenda spinosa anche a livello diplomatico, con il governo Meloni che ha trattato con Orban per portare alla scarcerazione nella primavera del 2024. Dopo pochi giorni, era arrivata la decisione di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di candidare l'insegnante monzese all'Europarlamento, dove è approdata nel giugno dello stesso anno come campionessa di preferenze per Avs. Da Bruxelles e Strasburgo ha proseguito la sua battaglia politica contro Orban in una escalation di attacchi reciproci. La scorsa settimana il portavoce del governo ungherese aveva condiviso sui social le coordinate geografiche del carcere in cui sarebbe dovuta tornare la Salis, una provocazione a cui aveva risposto Roberto Salis, padre dell'europarlamentare, pubblicando le coordinate di Piazzale Loreto.

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