Scrive Marco Travaglio nel suo editoriale di giovedì 21 febbraio su Il Fatto Quotidiano, che "i grillini hanno più cu*** che anima". E per una volta non ce la sentiamo di dissentire da questa espressione che lui stesso definisce "per dirla alla francese". Perché l'anima, ormai, i 5 Stelle, se la sono venduta alla real politik quando sono andati al governo. E se mai gliene fosse rimasta una briciola, si sono mangiati anche quella con il voto contrario all'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Ma ecco, è l'analisi di Travaglio, che entra in gioco il "cu***". Quello dei "governativi" del Movimento, guidati da Luigi Di Maio. Perché è possibile che i tanti dissidenti delusi ancora una volta dal voto su Salvini sulla piattaforma Rousseau, abbiano pensato "adesso basta, andiamo altrove". E qui viene il bello, perché tolto l'asse Lega-Forza Italia-Fratelli d'Italia che non pare proprio l'approdo naturale per gente alla Roberto Fico, tanto per intendersi, resta il Pd. Che è, a dirla bene, in macerie. O, a dirla come la dice Travaglio, un covo di serpi che in vista delle primarie, anziché confrontarsi su programmi e idee, si divide tra coloro che stanno con Renzi contro i giudici o con i giudici contro Renzi. Insomma, conclude Travaglio, i pochi che abbiano pensato di mollare il M5S devono averci fatto ritorno subito dopo. Inguaribile ottimismo da grillino convinto... ma come non condividere, almeno per una volta? Leggi anche: Di Maio, fine ridicola: insultato in prima pagina sul Fatto