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Antonio Socci contro Nicola Zingaretti: "La sinistra non fa autocritica, pensa di aver vinto le Europee"

di Caterina Spinelli domenica 16 giugno 2019

2' di lettura

Antonio Socci non ci sta e replica su Libero a coloro che definiscono "l'Italia che ha votato e che ha ridotto il centrosinistra al minimo storico (elezioni europee e ballottaggi) un'Italia di trogloditi, di analfabeti funzionali, di ignoranti o addirittura di fascisti e razzisti". E dove può risiedere il salotto refrattario se non nella storica rossa Bologna? "In questi giorni va in scena quella che si considera l'Italia migliore, ossia La Repubblica delle idee. Dove ci sono i Buoni e gli Intelligenti". Tra questi logicamente il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. "Lì, per stare in tema, è andato sul classico e ha definito la Lega un pericolo per la democrazia". Leggi anche: Papa Francesco disperato: "Calano i migranti" "Considerare un pericolo per la democrazia gli avversari - prosegue il giornalista - è tipico della tradizione comunista, la quale è sempre stata, in tutto il mondo, la culla della democrazia e della libertà dei popoli". "Non a caso - prosegue Socci - proprio Zingaretti ha appena pubblicato un libro, Piazza grande, nel quale afferma tranquillamente che se non ci fosse stata l'Unione Sovietica, non sarebbero state possibili le lotte dei partiti di sinistra e democratici né il compromesso sociale che oggi in Europa è un esempio per tutto il mondo civilizzato". Non solo, il leader del Pd è convinto addirittura "che le elezioni europee siano andate bene per il suo partito perché è passato dal 18 per cento del 2018 al 22 per cento del 26 maggio". Leggi anche: "Aveva ragione Montanelli", la verità di Socci che fa male alla sinistra Del resto anche nel 2018 mancò qualsiasi riflessione autocritica, ricorda Socci: "Naturalmente è sempre colpa degli elettori. Ma nel Pd snobbano anche i propri sostenitori, altrimenti scoprirebbero qualche causa della loro catastrofe. Il professor Roberto D'Alimonte riferiva, per esempio, che nella primavera del 2015 quasi l' 80% dei sostenitori del Pd era a favore della riduzione del numero di immigrati. Sappiamo che le scelte dei governi Pd sono andate in direzione opposta. C'è allora da stupirsi se nel 2018 e nel 2019 questo partito è crollato nelle urne e se - al contrario - la Lega di Matteo Salvini è schizzata al 34%? 

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