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Toni Capuozzo, le Foibe e la manifestazione a Macerata: "Come uccisero gli amici di mio padre. Come una rappresaglia nazista"

di Andrea Tempestini domenica 18 febbraio 2018

3' di lettura

A Macerata, al cosiddetto corteo anti-razzista e anti-fascista, manifestanti e antagonisti hanno inneggiato alle Foibe. Una circostanza sulla quale si esprime Toni Capuozzo. Lo fa su Facebook, con un lungo e durissimo post che inizia così: "Leggo commenti che minimizzano, isolano, circoscrivono. Non mi interessa quanti fossero, chi fossero, se siano stati isolati o ignorati, quelli che hanno inneggiato alle foibe nel corteo antifascista di Macerata. Il problema è che c’erano, ritenevano di aver diritto di esserci, e ci sono rimasti. E molti tra quelli che hanno partecipato, o solidarizzato da lontano con quella manifestazione sembrano più intenti a cogliere le sfumature che ne conseguono nel rapporto tra le varie anime della sinistra che a ragionare su quella macchia". Dito puntato, insomma, su chi prova a giustificare la vergogna dei manifestanti. Leggi anche: Terrorismo e islam, la lezione di Toni Capuozzo Capuozzo definisce quella macchia "indelebile", "perché ha a che vedere solo con l’ignoranza, con il fatto che la scuola non insegna e non vuole insegnare (al liceo Einstein di Cervignano del Friuli insegnano, nel Giorno del Ricordo, balli sudamericani, al Liceo Pasteur di Roma invitano una negazionista)". E ancora: "Si spiega, quello slogan - e la disinvoltura con cui tanti altri se lo scrollano di dosso - con un giustificazionismo di chi si ritiene sempre la parte migliore del Paese, e dimentica allegro le sue colpe". Dunque, ribatte subito alle possibili obiezioni: "Ci dicono: e i crimini commessi dagli italiani? Ci furono, durante l’occupazione dei Balcani. E ci furono prima brucianti ingiustizie e italianizzazioni forzate. Credete che i responsabili abbiano pagato? No, se l’erano data per tempo". Il post sale poi di intensità: "I titini si sfogarono su chi era rimasto, pensando ingenuamente di non aver nulla da temere. Infoibarono persino membri del CLN, e un ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio nazista. E allora, sapete come si chiama, nella sordida algebra dei dolori, quella reazione? Rappresaglia: esattamente come i nazisti con le Fosse Ardeatine dopo via Rasella, e paradossalmente esattamente come il preteso giustiziere Traini, che spara a chiunque sia nero di pelle. Vendette nel mucchio". Dopo una lunga disamina storica, e dopo aver aggiunto che "mi ha amareggiato anche vedere i cortei di Casapound nelle giornate del ricordo", Capuozzo torna alle Foibe. "Lasciatemi dire solo una cosa in più: ignorando quelle pagine di storia, stravolgendole, avete perso una lezione. Molti colleghi di mio padre, poliziotto, furono infoibati, e molti altri morirono nei lager nazisti. Le presero dalle due ideologie mortali del ‘900, nazifascismo e comunismo. Fecero in tempo, da vivi, a salvare centinaia di ebrei. Per me quella lezione, oltre alla grata amicizia di qualche amico israeliano, ha voluto dire che ognuno è responsabile di quello che fa, di quello che può fare e non può fare, e che anche nel buio più profondo un tuo gesto può salvare altri e te stesso". E ancora, continua: "Voi fate i vostri conti elettorali, le vostre schegge impazzite esaltino Traini o le foibe, e sentitevi pure antifascisti e anticomunisti abili e arruolati. Per fortuna, pregio e difetto insieme di noi italiani, è solo commedia, uno slogan, una scritta sul muro, un infierire su un carabiniere solo, un corteuccio a bandiere schierate". Di seguito, il post integrale di Toni Capuozzo:

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