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Kawtar Barghout, la figlia di marocchini che umilia Boldrini e Kyenge: "Lo Ius Soli è una legge stupida"

di Giulio Bucchi domenica 27 agosto 2017

2' di lettura

In tempi di boldrinismo dilagante sembrerà impossibile, ma in Italia esistono anche figli di immigrati critici con Ius Soli e accoglienza senza limiti. Ne è un esempio Kawtar Barghout, 26enne figlia di marocchini, di religione islamica, in Italia da quando aveva 2 anni e diventata cittadina a tutti gli effetti senza quelle che con la legge nei piani del governo Gentiloni lei stessa definisce "scorciatoie". Intervistata dal Giornale, Kawtar è spietata (anche sulla sua pagina Facebook) nel condannare il terrorismo di matrice islamica. Non solo: la sua battaglia è indirizzata anche contro le "scemenze progressiste" di chi vuole regalare letteralmente la cittadinanza ai figli di stranieri.  "Non averla non è una limitazione, visto che sei equiparato agli italiani in tutto - spiega la giovane, alla larga dal buonismo -: la tessera sanitaria ce l'hai, il conto corrente puoi aprirlo, a scuola puoi andare. È un non problema. Io sono stata extracomunitaria fino a 24 anni: qui mi avete curato il diabete, mi sono iscritta all'Università, ho studiato, ho viaggiato. Senza alcun disagio". Anche suo padre non ne ha mai fatto un problema, ottenendo la cittadinanza a 45 anni, dopo 20 trascorsi in Italia "occupato a lavorare". Il passaporto, insomma, "era l'ultimo dei suoi pensieri". L'attuale legge sulla cittadinanza non è una giungla né tantomeno discriminatoria, anzi. "Tiene conto che l'Italia è in una posizione geografica delicata, meta di immigrazione massiccia e dove esistono molti escamotage per ottenere i documenti. Ricevere un permesso di soggiorno illimitato è facile e di conseguenza con lo ius soli regaleremo il passaporto a tutti quanti. Senza selezionare". La Kyenge e la Boldrini non apprezzeranno, ma d'altronde la Barghout va dritta al punto, smontando anche l'ipotesi di "ius culturae" che regalerebbe la cittadinanza agli under 12 dopo 5 anni di scuola: "Se uno studia non è detto che abbracci i valori fondanti della Repubblica e i principi costituzionali. Non è automatico". Le condizioni necessarie sono altre: "La moralità, quindi non avere precedenti penali. La continuità abitativa, quindi vivere in Italia per un tempo prolungato. E i requisiti economici, visto che lo Stato deve basarsi sulla capacità contributiva. La nuova legge è un'aberrazione giuridica". A chi dice che lo Ius Soli sarebbe una legge di civiltà, contro le discriminazioni, lei risponde secca: "È la più grande stupidaggine mai sentita. Io ho fatto tutte le scuole italiane, dall'asilo alle superiori, e non mi sono mai posta il problema di quale passaporto avessi. Nessuno viene discriminato". Perché quel che conta, per diventare italiani, è "condividere dei valori e mostrare orgoglio nazionale. Significa abbracciare la storia del nostro Paese. Ridurre il tutto a una questione burocratica è una cosa di cui mi vergogno".

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