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Biasin: Mihajlovic cacciato? Il solito errore del diavolo

di Andrea Tempestini domenica 17 aprile 2016

2' di lettura

Quando oltrepassano il cancello di Villa San Martino, hanno tutti sorrisi a 36 carati: Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic, l’altra sera Brocchi. Come biasimarli, si cuccano la panchina del Milan 7 volte campione d’Europa. Il problema in genere è successivo, quando ad Arcore ci va solo Galliani e per loro è pronto il foglio di via, l’esonero, ultimamente addolcito da almeno un altro anno di buste paga da incassare facendo nulla. Per la verità il benefit non spetta a Brocchi Cristian, che un contratto dovrà guadagnarselo. Di lui si parla bene, ma si parlava bene anche di Pippo e sappiamo come è andata a finire. Per lo più, invece, si «sparlava» di Seedorf, che esperienza non ne aveva ma certo non difettava quanto a idee chiare: «Questo gruppo va rivoluzionato», disse. Aveva ragione da vendere e per tutta risposta venne silurato. E il punto è tutto lì. Berlusconi è insoddisfatto, cerca nuovi Sacchi, nuovi Capello, cerca qualcuno in grado di stupirlo e alla prima scocciatura punta il dito contro la panchina. Ecco, la panchina. Sabato, seduti di fianco al mister, stanziavano: Lopez, Livieri, Calabria, De Sciglio, Ely, Mexes, Zapata, J. Mauri, Locatelli, Poli, Boateng, Luiz Adriano. Un mix di giovanotti di belle speranze, bolliti da servire con salsa verde, avvelenati vari. Il tutto nonostante 90 milioni messi a disposizione dal patron solo 9 mesi fa. Pare che parte dello spogliatoio di recente abbia lanciato messaggi in direzione Arcore: con Sinisa non si va più d’accordo. Come ai tempi di Seedorf. E come ai tempi di Seedorf il tecnico è saltato. Forse Brocchi si salverà, forse no, ma è questione secondaria. Altre, più importanti, fregano solo ai tifosi: chi giocherà l’anno venturo a centrocampo al posto di questo e quello stracotto? Chi sta scandagliando il mercato alla ricerca di talenti dal prezzo ridotto in grado di produrre plusvalenze? Chi in società al bene personale antepone il bene comune chiamato Milan? Son domande tanto retoriche quanto inutili. Perché tu le poni e loro ti rispondono «colpa di Allegri, Seedorf, Pippo, Sinisa». Tutti Brocchi, evidentemente. di Fabrizio Biasin

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