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Stanislav Petrov, l'eroe sconosciuto che salvò il Mondo dalla Terza Guerra mondiale

di Federica Scano domenica 25 ottobre 2015

2' di lettura

Medaglie, onorificenze e ogni tipo di riconoscimento eppure pochissimi lo conoscomo. Stanislav Petrov è l'uomo che ha salvato il mondo dalla terza guerra mondiale ma nessuno l'ha mai ringraziato. Tutto accadde il 26 settembre del 1983 durante la terribile Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e l'Urss, quando Stanislav all'epoca era un tenente colonnello dell'esercito sovietico. Petrov si trovava quella notte all'interno del bunker Serpukhov-15, situato sul confine occidentale dell'Urss, per monitorare i cieli russi e lanciare l'allarme in caso di attacchi nucleari americani. Il bunker era dotato di uno dei fiori all'occhiello della tecnologia militare sovietica: il Krokus. Un sistema informatico avanzatissimo che permetteva di monitorare le attività missilistiche americane di tutto il mondo. Insomma qualora gli Usa avessero deciso di lanciare qualunque arma distruttiva, i sovietici li avrebbero immediatamente sgamati e soprattutto sarebbero stati in grado di passare al controattacco. Ma proprio quella sera la spia del Krokus si accese prevenendo l'arrivo di un missile nucleare appena partito dalla base militare del Montana. La decisione estrema - Petrov se avesse seguito il regolamento avrebbe dovuto immediatamente schiacciare il pulsante d'emergenza collegato direttamente al Cremlino ma qualcosa lo fermò. Nonostante il sistema segnalasse 5 missili pronti a scagliarsi contro la Madre Russia, il colonnello non era affatto convinto dell'attacco. Solo cinque missili, troppi pochi per un'invito alla guerra. Il Krokus per l'uomo era in errore. E infatti quei missili non arrivarono mai. Una decisione coraggiosa e al limite della prudenza che salvò il Mondo dalla guerra nucleare. Alcuni compagni raccontano che Petrov dopo lo scampato pericolo dormì per 28 ore di fila dopo essersi scolato alcune bottiglie di Vodka. Eppure il Cremlino non lo celebrò mai per il suo incredibile sangue freddo anzi lo degradò ad un livello gerarchico inferiore, e dopo pochi anni lo prepensionò minacciandolo di non far mai parola con nessuno dell’accaduto. L'uomo che aveva salvato l'umanità era stato beffato da Mosca. Solo dopo la fine della Guerra Fredda il comandante Yury Votintsev rivelò pubblicamente quanto era accaduto nel bunker e Petrov ricevette finalmente gli onori che si era ampiamente meritato e una pellicola cinematografica interamente dedicata a lui.

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