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Grazie all’accordo Ue ci becchiamo 60 mila clandestini in più

di Franco Bechis domenica 17 maggio 2015

2' di lettura

Bell’accordo quello del governo italiano con l’Unione europea sui migranti! Solo un esecutivo geniale poteva rivendersi l’intesa con la vecchia Europa come un successo, perfino aiutato da Miss Pesc Federica Mogherini. Perchè come raccontano le prime indiscrezioni, gli altri paesi Ue sono disposti a dividersi 40 mila migranti l’anno, alla sola condizione di mandare in Italia i loro ispettori a registrare chiunque arrivi sui barconi. Non si può dire, ma è la verità: grazie a questo accordo l’Italia dovrà tenersi almeno 60 mila clandestini più di quelli che ha oggi…Lasciamo da parte la propaganda politica di destra e di sinistra. La realtà è che l’Italia sull’immigrazione e sugli sbarchi ha scelto in questi anni la strada in cui più eccelle: quella dei furbetti del quartierino. Vero infatti che i barconi arrivano sulle coste della penisola. E infatti secondo i dati del ministero dell’Interno ne sono arrivati 170.100 nel 2014. Secondo il trattato di Dublino, l’Italia avrebbe dovuto registrarli tutti, prendendo le impronte digitali. Ma non l’ha fatto: ne ha registrato meno di uno su due. Con le impronte digitali infatti se l’immigrato fosse uscito dall’Italia, gli altri paesi ce lo avrebbero rispedito. Non registrandolo, quello in Francia o in Germania avrebbe raccontato quel che voleva, e nè Angela Merkel nè Francois Holland avrebbe potuto rispedirlo a Matteo Renzi. A fronte dei 170.100 immigrati sbarcati sulle coste italiane nel 2014, ai centri di accoglienza temporanea ne sono stati inviati al massimo 66.066. Piùà di 100 mila se ne sono andati a spasso dove volevano, spesso varcando i confini e andando in altri paesi europei dove potevano ricongiungersi con i parenti già immigrati. Grazie al geniale accordo con la Ue tedeschi e francesi verranno qui a registrare anche quei 100 mila, e poi si divideranno insieme agli altri paesi europei 40 mila di loro. Risultato: 60 mila in più che dovranno restare in Italia, divisi fra le varie renitenti regioni. Mi è capitata in una trasmissione tv una discussione con una parlamentare Pd su questo tema. In diretta mi è scappato: “Dovremmo dire alla Ue: noi non prendiamo le impronte digitali, e così sono affari vostri…”. Durante la pausa pubblicitaria la piddina mi ha confidato: “è esattamente quello che stiamo facendo da tempo. Solo che io non posso dirlo pubblicamente…”. Ed è così che facendo i furbetti ci siamo impiccati da soli. Complimenti, signori! Continua a leggere su L'imbeccata di Franco Bechis

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