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Massimo Cacciari: "Gli indipendentisti veneti malati di mente. Ma la situazione esploderà"

di Giulio Bucchi domenica 6 aprile 2014

2' di lettura

Gli indipendentisti veneti arrestati sono "dei malati di mente", la Lega Nord "non c'entra nulla" e la situazione in Italia peggiorerà presto, anzi "esploderà". Ne è sicuro Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia (di sinistra) che tra i primi lanciò nel dibattito nazionale la questione Nord-Est. Era in carica, per esempio, quando i Serenissimi scalarono il campanile di San Marco. "Di indipendentismo veneto parliamo da vent'anni e sinceramente ne avrei piene le tasche - spiega in un'intervista all'Huffington Post -. Riemerge ora? Ma riemerge come farsa, in mano a un gruppo di malati mentali". "La situazione esploderà" - L'arresto di 24 "secessionisti" tra Lombardia e Veneto non scalda più di tanto il libero pensatore. Di loro, qualcuno Cacciari lo conosceva, come il fondatore della Liga Veneta Franco Rocchetta, ex parlamentare della Lega Nord: "Mi pare incredibile che stesse pensando di usare le armi per proclamare l'indipendenza del Veneto". I suoi compagni di lotta finiti in manette per il blitz studiato con tanto di trattore-carro armato fai-da-te forse non erano un pericolo per la sicurezza e l'unità dello Stato, ma di sicuro, commenta Cacciari, "sono il sintomo di una situazione che esploderà presto in maniera drammatica. E non per colpa dei secessionisti". Il problema, infatti, sono le riforme annunciate e mancate, da 20 anni a questa parte, e che con il premier Matteo Renzi non promettono di essere realizzate. "Se non si faranno riforme succederanno fatti molto gravi. Ma le riforme annunciate in maniera bislacca e non effettuate non sono la cura". La rabbia del Veneto - Una rabbia, quella degli italiani stremati da disoccupazione giovanile al 50%, che nell'ex isola felice Veneto rischia di esplodere in maniera ancora più violenta: "E' naturale dire che se qualcuno pensa di combattere per l'indipendenza regionale facendo terrorismo allora è un pazzo oppure siamo a Carnevale. Ma i Paesi non possono essere bloccati in eterno, è normale che la tensione debba trovare uno sbocco ogni volta differente: un giorno sono i forconi, il giorno dopo i secessionisti, è inevitabile che sia così". Contrariamente a molti, specialmente a sinistra, l'ex sindaco di Venezia non pensa però a un coinvolgimento diretto della Lega Nord: "Non c'entrava nel 1997 a San Marco così come non c'entra oggi. All'epoca cavalcò la vicenda, e si appresta a fare la stessa cosa anche in questa occasione". C'è, semmai, il problema politico ed economico dell'impoverimento di un'intera regione: "Per i veneti, che hanno conosciuto il vero benessere, è come cadere dal quinto piano. Questo malessere può prendere derive folli ma non è, ripeto, colpa degli indipendentisti se coloro che tentano di fare un discorso federalista vengono puntualmente presi a calci nel sedere. Per forza di cose poi il sentimento antistatalista e secessionista prende piede".

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