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Salvatore, il papà che straparla? E’ dipendente di Vanessa, imprenditrice-volontaria

di Franco Bechis domenica 25 gennaio 2015

2' di lettura

Salvatore Marzullo, il papà di Vanessa, una delle due cooperanti rapite e rilasciate in Siria dopo che il governo italiano ha pagato un riscatto milionario, nelle ore successive alla liberazione della figlia, ha suscitato un pò di polemica straparlando e sostenendo che la figlia non avrebbe dovuto chiedere scusa a nessuno. Salvatore l’ha spiegato alla stampa durante la festa fatta per Vanessa in quello che era stato raccontato come il “suo ristorante”: la Trattoria Cascina Bolsa a Verdello. Il ristorante in realtà non è suo: è proprio di Vanessa, che prima di partire per la Siria era diventata imprenditrice. Papà Salvatore è così un suo dipendente.La trattoria, in cui Vanessa ha anche servito (a fianco la foto del Capodanno 2013) è infatti controllato da una srl costituita il primo giugno 2012, la New Generation di Pognano, provincia di Bergamo. E della srl l’azionista di maggioranza, con il 51 per cento delle azioni, è proprio la volontaria Vanessa, che così ha già un nuovo mestiere pronto in grado di trattenerla dalla tentazione di tornare in Siria causando altri problemi al governo italiano. La società che controlla la trattoria ha incassato 132.196 euro nel 2013, che era il primo anno di attività, ma gli affari sembrano in crescita, e in qualche modo anche la pubblicità del caso potrà attirare la clientela non solo del paese e dei dintorni. La quota di minoranza della trattoria (il restante 49%) è invece intestata a una donna rumena di una decina di anni più grande di Vanessa. Si chiama Maria Siretchi, e nella foto è insieme proprio al papà di Vanessa. Maria è infatti oltre che socia diventata anche matrigna della cooperante italiana, visto che è la compagna del padre, che da tempo si è separato dalla mamma naturale, Patrizia Virga, che vive a Bergamo.  Ogni tanto Maria e Salvatore si esibiscono in cucina dove sfornano alcune specialità del sud Italia (di cui i Marzullo sono originari). La trattoria è discretamente recensita sui social network e organizza in genere eventi a prezzi molto contenuti (per il pranzo menù fisso a 10 euro). Vista la situazione quest’anno, è stata aperta solo per il cenone di Natale, saltando quello di Capodanno. Il 31 dicembre scorso infatti era il compleanno di Vanessa, ancora prigioniera. E nessuno evidentemente nella famiglia originaria come in quella acquisita aveva voglia di festeggiare. Nemmeno per ragioni di lavoro. Continua a leggere su L'imbeccata di Franco Bechis

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