L'house organ del Movimento 5 Stelle continua la sua campagna contro Nunzia De Girolamo (a cui dedica il titolone di prima pagina) e, in parallelo, continua ad esaltare il "lavoro" dei pentastellati. Il quotidiano vicediretto da Marco Travaglio si scandalizza perché la ministra non andrà in aula a riferire sulle intercettazioni rubate nel chiuso di casa sua e pubblicate dal Fatto stesso, intercettazioni che, secondo il teorema della truppa travaglin-pentastellata, dimostrerebbero che Nunzia favorì suo zio per l'affitto di un bar all'interno di un ospedale. Il Fatto continua nella sua partita contro la "madrina di Benevento", e s'indigna perché la conferenza dei capigruppo ha detto "no" all'informativa presentata dai cinquestelle. Si procederà in un altro modo: interrogazione, interpellanza oppure question time. Niente informativa, l'anticamera della sfiducia individuale, che - ovvio - secondo il Fatto era l'unica strada giusta da percorrere. Perché? Perché è quella suggerita dai pentastellati (nonché la più forcaiola). La "madrina di Benevento", da par suo, si difende sul Corriere della Sera, che ha faticato e non poco (racconta l'articolo) per strapparle un paio di battute. La De Girolamo ricorda: "La vicenda su cui in molti si sono gettati come avvolti è nelle mani della magistratura e io, le ricordo, non sono indagata". E ancora: "Uhhhhh! Allora non ci capiamo - risponde a Fabrizio Roncone -. Non è possibile restringere cinque ore di conversazione a poche battute", quelle prese, ricicciate e stampate a caratteri cubitali dal Fatto Quotidiano per "sparare" contro la "madrina di Benevento" e offrire agli amici a Cinque Stelle la possibilità di essere descritti, come sempre, come gli unici "seri" in un Parlamento che, come direbbe il grillino Travaglio, è "pieno di corrotti" (grillini a parte, certo).