Una "tentazione", forse qualcosa di più. Secondo Giuliano Ferrara, il premier Enrico Letta sta per essere scaricato dal suo più grande e potente sponsor, il presidente della Repubblica. "Si dice che Giorgio Napolitano è tentato da un cambio di passo deciso e radicale, congedare con stile il governo Letta", scrive il direttore del Foglio. Finita la luna di miele "obbligata", finite le larghe intese, tramontata ogni ipotesi concreta di riforme serie e profonde, anche il Colle secondo l'Elefantino avrebbe capito che i tempi sono ormai maturi per ridare la parola agli elettori. Quella di Napolitano, sottolinea Ferrara, sarebe una scelta razionale, non di pancia. Così come lo fu quella di accettare la richiesta alla ricandidatura avanzatagli da tutti i partiti nell'aprile di un anno fa. Quel patto bipartisan che portò alla nascita del governo Letta è finito con la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset e l'estromissione dal Parlamento di Silvio Berlusconi. E "ratificare il fallimento di questo schema non è cosa facilissima, ma ormai improcrastinabile". Il lascito di Re Giorgio - Le condizioni ci sono: da una parte c'è Matteo Renzi, che ha ricevuto dalle primarie de Pd "un mandato per governare con un programma di cambiamento. Dall'altra ci sono un Berlusconi che ha accettato "con composta sapienza istituzionale" la sfida del rottamtore e un Angelino Alfano sempre più all'angolo. "Alfano e i suoi possono far chiacchiere e cercare di mettere in atto comportamenti interdittivi per durare al governo, ma è poca cosa, lo si vede a occhio nudo - è il giudizio di Ferrara -. Il loro destino è un mesto riassorbimento, con il sorriso finto sulle labbra, o una deriva nell'isolamento privo di senso". Anche per questo il "governo dell'emergenza", accerchiato e svuotato, ha le settimane contate. Lo spread sotto controllo questa volta dà una mano a chi vuole un cambiamento. "Il problema di un presidente che si vuole garante è sempre quello del lascito, del che cosa sarà dopo di lui", conclude Ferrara. La strada è segnata: "rapida definizione della legge elettorale, senza giochini di maggioranza a inquinare", e poi voto anticipato. "Questo è il lascito serio e responsabile al quale un uomo di Stato come Napolitano può ragionevolmente aspirare". Altrimenti, ci ritroveremo impantanati "in una spirale di ambizioni piccine e piccine ritorsioni".