Il fisco ha diffuso le consuete statistiche sul reddito degli italiani. Dalla radiografia risulta la solita Italia, con un certo quantitativo di ricchi sempre più ricchi, un discreto numero di furbi che pur svolgendo professioni che si presumono ben remunerate si dichiarano sempre più poveri e infine la maggioranza degli italiani, che non raggiunge in media i 20 mila euro lordi l’anno, ossia meno di 1.500 netti al mese. Nulla di nuovo dunque, se non che qui, come altrove, c’è chi sta bene e chi invece se la passa male, ma qui, come non accade altrove, c’è chi se la passa bene ma fa finta di passarsela male, nascondendo al fisco fior di guadagni. Tuttavia, la vera novità non è quella contenuta nelle tabelle rese note dall’Agenzia delle Entrate, bensì in quelle pubblicate dal Sole 24 Ore. Ai lettori non abituali del quotidiano salmonato potrebbero essere sfuggite e dunque per loro comodità le ripubblichiamo all’interno. Di che si tratta? Semplice: degli stipendi della pubblica amministrazione. Settore per settore il giornale confindustriale ha messo in fila i redditi degli statali, scoprendo alcune curiosità che, in tempi di spending review, fanno un certo effetto. Ad esempio, secondo il Sole 24 Ore, tra i dipendenti di Palazzo Chigi non c’è nessuno ma proprio nessuno che guadagni meno di 40 mila euro, cioè il doppio dello stipendio medio degli italiani. Uscieri, autisti, segretarie e lustrascarpe se lavorano nella sede del governo prendono tutti di più. Perché sono bravi? Perché è loro richiesta qualche attitudine particolare rispetto agli uscieri, autisti, segretarie e lustrascarpe di qualche ente pubblico? No, solo perché lavorano a Palazzo Chigi. Il privilegio è remunerato con 20 mila euro lordi in più di quanto incassano i comuni mortali. Ma i dipendenti dell’esecutivo non sono i soli fortunati: c’è anche chi sta meglio di loro. Un esempio? I funzionari della Farnesina. Lavorare per il ministero degli Esteri è come aver vinto alla lotteria: il 96,4 per cento dei circa mille dipendenti che rappresentano gli interessi internazionali del nostro Paese percepisce più di 80 mila euro, cioè il quadruplo di quanto porta a casa ogni anno l’italiano medio. Tuttavia agli Esteri sono in buona compagnia, perché pure nelle autorità indipendenti (cioè antitrust, privacy, energia etc etc) quanto a stipendi non se la passano male: il 92 per cento dei dipendenti infatti riceve più di 60 mila euro. E i magistrati? Tranquilli, come i diplomatici non piangono. In base ai dati del Sole a campare con meno di 80 mila euro è solo il dieci per cento delle toghe, tutti gli altri viaggiano con stipendi dai cinque mila euro netti al mese in su. In totale, le retribuzioni oltre gli 80 mila euro lordi nella pubblica amministrazione sfiorano il dieci per cento del totale. Tradotto, significa che ci sono poco meno di 120 mila funzionari pubblici che non possono essere definiti sottopagati. Ma lo Stato è sempre così munifico? No, niente affatto. Statistiche alla mano si scopre che per lo Stato ci sono figli e figliastri. Se si lavora alla Farnesina o in tribunale o in un’authority la busta paga è ricca, ma se si casca male, ad esempio tra i vigili del fuoco o in una scuola, c’è poco da scialare. Solo 187 pompieri infatti prendono più di 60 mila euro lordi l’anno e tra quanti salgono in cattedra solo 39 hanno una retribuzione superiore ai 70 mila euro. In tempi di revisione della spesa le sorprendenti cifre inducono a una riflessione e cioè che risparmiare si può, soprattutto se si dà un taglio a certe generose retribuzioni. Renzi ha messo nel mirino l’amministratore delegato delle Ferrovie per il suo robusto compenso. Ma ad oggi non ha detto una parola sugli stipendi dei diplomatici e dei funzionari delle authority, i quali, con molte meno responsabilità, dormono grazie alla bella retribuzione tra i cosiddetti due guanciali. Il presidente del Consiglio vuole mettere a dieta lo Stato per poter mettere più soldi in busta paga ai lavoratori che guadagnano il minimo? Bene, cominci a tagliare le spese partendo da chi gli sta intorno. Ci risulta che, nonostante i buoni propositi di Monti e Letta, Palazzo Chigi costi molto di più di altri organi costituzionali. Dunque, metta mano alle forbici. Su tre miliardi a disposizione, il grasso che cola pare essere tanto. di Maurizio Belpietro maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it Twitter: @BelpietroTweet