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Mondiale, Cesare Prandelli: "Mi dimetto da Ct della Nazionale"

di Andrea Tempestini domenica 29 giugno 2014

2' di lettura

Dopo la disfatta il doveroso passo indietro. Pochi minuti dopo la conclusione della partita tra Italia e Uruguay, match perso per 1-0 dagli azzurri e che ci condanna all'eliminazione al mondiale brasiliano già ai gironi, in conferenza stampa Cesare Prandelli annuncia le dimissioni da Ct della nazionale: "Mi prendo le mie responsabilità, rassegno le dimissioni", annuncia. Una notizia che era nell'aria sin dai primi secondi dopo il triplice fischio dell'arbitro, quando negli spogliatoi il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete (anche lui dimissionario), spiegava che in conferenza stampa ci sarebbe stato "un'importante novità". La polemica - "Ho già parlato con il presidente Abete e con Albertini - ha aggiunto Prandelli -, mi sembra giusto, visto il fallimento del progetto tecnico. Quando un progetto tecnico fallisce, è giusto prendersi le responsabilità". L'ormai ex Ct, poi, si è difeso nel merito: "Ci siamo sentiti aggrediti, non ho mai rubato i soldi. Non voglio sentirmi dire che rubo i soldi ai contribuenti". Un'accusa che gli era stata rivolta da Libero, quando Filippo Facci innescò la polemica sullo stipendio del mister - 1,6 milioni l'anno - una cifra stabilita in un rinnovo "a scatola chiusa", lo scorso marzo, ben prima dell'inizio del mondiale e proprio nei giorni in cui infuriava la discussione sulla "spending review" voluta da Matteo Renzi sugli stipendi dei manager pubblici (e anche Prandelli, poiché Ct della Nazionale, dallo Stato era pagato). Lascia anche Abete - A valanga, in un'Italia calcistica terremotata, dopo il passo indietro di Prandelli ecco quello di Giancarlo Abete, presidente della Figc, che a sua volta annuncia le dimissioni. "Prandelli ha rassegnato le dimissioni, io convocherò un Consiglio federale tra venerdì e lunedì, al rientro, ho detto al Ct che spero le ritiri, perché penso che al di là del risultato, che amareggia tutti quanti noi, sia stato fatto il possibile per i livelli di competitività che il nostro calcio ha". Dopo aver ribadito la richiesta a Prandelli di ritirare le dimissioni, Abete spiega che le sue sono "irrevocabili" e che andrà al Consiglio federale "non perché senta una particolare responsabilità per i risultati conseguiti, ma perché voglio favorire un livello di riflessione sulle strategie future della federazione. Era una decisione che avevo già preso prima dei Mondiali, a prescindere dal risultato - rivela -. Manterrò i miei incarichi in Uefa e Coni, ma voglio liberare le federazioni dalle critiche che mi vengono rivolte in quanto vertice federale".

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