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La coppia mostruosa del Pd:i "giovani" Moretti e Orfini

La portavoce di Bersani è già pronta a scaricare il leader. Il secondo in Direzione ha criticato Pier e D'Alema. Il destino degli emergenti? Affondare con il partito
di Andrea Tempestini domenica 10 marzo 2013

Moretti e Orfini

3' di lettura

  Per scimmiottare un'espressione dell'italico tubo catodico, li potremmo chiamare "i nuovi mostri". Nuovi mostri in salsa democratica. Sono le facce giovani del Partito Democratico, personaggi in ascesa nella nomenklatura di via del Nazareno. La prima, Alessandra Moretti, portavoce di Pier Luigi Bersani. Il secondo, Matteo Orfini, un "giovane turco" (uno dei fassiniani, insomma, inteso come Stefano, che nel Pd ha le posizione più oltranziste e conservatrici). Orfini è attualmente responsabile delle relazioni istituzionali della Fondazione ItalianiEuropei (quella di Baffino D'Alema). Travolti da un insolito destino, la Moretti e l'Orfino: quello delle ultime elezioni, perseclamorosamente. E pronti a ricollocarsi, pur senza cambiare partito: sono loro i simboli del "rinnovamento" democratico. E proprio loro hanno inferto allo smacchiatore per finta, il signor Bersani, alcune delle coltellate più sanguinose. La portavoce non "porta" più - Partiamo dalla Moretti. Piccola biografia: vicentina, classe 1973, avvocato. Nel 2009 entra nella Direzione Nazionale del Pd. Nel 2012 il botto: Bersani cerca facce giovani per fingere di essere anti-casta e la nomina, insieme a Roberto Speranza e Tommaso Giuntella, portavoce del Comitato nazionale. E, di fatto, la Moretti diventa la portavoce del segretario, per poi scaricarlo dopo le elezioni. Il "due di picche" è stato servito con un'intervista al Corriere della Sera: le dita degli scrutinatori erano ancora calde per lo spoglio delle schede e lei già spiegava che "per il bene del partito, Bersani potrebbe anche fare un passo indietro". Una versione che però - restio a dimissioni che sarebbero state sacrosante dopo la batosta - Pier Luigi non ha mai confermato. La Moretti, di fatto, lo invitava a dimettersi. La portavoce chiedeva al suo superiore di farla finita. Strano, no? E alla luce di quell'intervista fa ancora più sorridere e appare ancora più strano un tweet della signora Moretti, che domenica sera seguiva in diretta Bersani, ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa: "Bersani molto chiaro e determinato. Ora e più di prima siamo con te segretario!". La rivolta del "turco" - C'è poi il secondo astro nascente, Matteo Orfini, 35 anni, come detto vicinissimo a Stefano Fassina (il Responsabile economico del Pd schiacciato sulle posizioni della Cgil) e altrettanto vicinissimo all'eminenza grigia, Massimo D'Alema. Da Orfini una coltellata a Bersani, e una a Baffino. Il giovane turco, alla Direzione Nazionale del Pd, ammette senza giri di parole la sconfitta alle urne e chiede "una riflessione su di noi. Riflettiamo su cosa è il rinnovamento. Facciamo un congresso il prima possibile, e che non sia una sfilata dei leader ma una discussione sul progetto del Paese". Chiaro l'invito al leader Bersani: ha perso, si faccia da parte. Orfini vorrebbe rivoltare il partito come un calzino: "Diamo subito segnali di cambiamento - ha aggiunto  -: così non possiamo andare avanti. Se continuassimo come se niente fosse nell'organizzazione interna rischieremmo di rendere il partito un pezzo dei problemi del Paese". Quindi la stoccata contro D'Alema, che in Direzione si era prodotto in una proposta d'inciucio con il Pdl (intesa come "unione delle forze europeiste"), a patto però che Silvio Berlusconi si faccia da parte: "L'idea è suggestiva, ma attenzione a non declinare questa prospettiva in maniera provinciale: ci sono diverse idee di Europa e proprio in Europa si combattono tra loro. L'unità dell'europeismo che abbaimo sostenuto in questo ultimo anno è quella che sta indebolendo l'Europa".   

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