Prima un presidio dei sindaci davanti al circolo Arci di Ponte alle Forche, a San Giovanni Valdarno. Poi, addirittura, un’interrogazione a risposta orale al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presentata dal senatore toscano Dario Parrini, anche lui presente alla mobilitazione dei primi cittadini di San Giovanni, Cavriglia e Terranuova Bracciolini, tutti in provincia di Arezzo.
Obiettivo: protestare contro le verifiche della Guardia di Finanza nei confronti di una mezza dozzina di circoli Arci della zona (di Neri, Matassino, Vacchereccia, Santa Barbara, Castelnuovo dei Sabbioni e lo stesso Ponte alle Forche). Fiamme Gialle accusate, riporta l’edizione locale di Repubblica citando uno dei sindaci, di «scelte davvero insensate. I circoli sono dei presidi di socialità e legalità, non sono luoghi dove si fanno utili». Tutto questo perché i militari hanno osato accendere un faro sulle attività di un settore storicamente vicino alla sinistra.
Nell’interrogazione, Parrini elenca le “colpe” della Guardia di Finanza: «Nel circolo di Ponte alle Forche, la Gdf avrebbe contestato la mancata installazione del misuratore fiscale per l’attività di bar». Assenza che è stata spiegata, riferisce il senatore dem, «in ragione del regime fiscale dell’associazione». Peccato che per i militari proprio il bar sia invece «l’attività prevalente del circolo». Ricostruzione che ha mandato su tutte le furie i dem, che accusano le Fiamme Gialle di mettere in secondo piano «l’attività sociale, culturale, ricreativa svolta a favore di soci, associazioni no profit, studenti, anziani e a chiunque abbia bisogno nel quartiere».
Tant’è: sull’onda dell’accertamento è arrivato il provvedimento della sospensione dell’attività da parte dell’Agenzia delle Entrate. Circostanza che ha spinto Arci a presentare ricorso alla magistratura, che è intervenuta in soccorsi dei circoli congelando la situazione.
LE CIFRE
Ma non è finita: sempre dall’interrogazione di Parrini, si scopre che i rilievi della Gdf ai vari circoli Arci superano, «in alcuni casi», anche i 300mila euro. E nel mirino sono finiti anche i volontari, cui evidentemente i militari non credono, visto che di fatto ipotizzano l’impiego di lavoratori pagati in nero. Ma si tratta, ribatte Parrini, di un errore: i circoli della zona vantano «quasi 500 iscritti e una cinquantina di volontari attivi impegnati». Per la presidente Arci del Valdarno, Marzia Franci, è questa «la cosa più grave» dei rilievi della Guardia di Finanza: il mancato riconoscimento del ruolo dei volontari e del Terzo settore, cui «va la più grande solidarietà e gratitudine».
Da qui l’invettiva di Parrini, per il quale siamo in presenza «di un vero e proprio attacco a importanti presidi del territorio». L’iniziativa delle Fiamme Gialle, aggiunge, è un fatto «estremamente grave suscettibile di creare allarme, sconcerto e preoccupazione nella cittadinanza». Da qui alla richiesta a Giorgetti e al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, di intervenire presso la Gdf il passo è breve. In un passaggio dell’atto di sindacato ispettivo, il senatore dem si chiede se i due ministri siano a conoscenza dei «criteri adottati nei confronti dei circoli Arci». Un passaggio propedeutico a sollecitare il governo a verificare la «prassi procedurale adottata» nei confronti del Terzo settore». Parrini definisce «eccessive» le misure adottate e si interroga: l’azione dei militari toscani è «un convincimento della singola compagnia» o riflette «una posizione nazionale del Corpo»? Sul banco degli imputati, dunque, finisce la Guardia di Finanza, accusata di accanirsi contro «storici punti di riferimento di socialità e aggregazione». Versione condivisa dalla Regione Toscana. «I circoli non possono essere ridotti ad attività esclusivamente commerciali», tuona Serena Spinelli, assessore alle Politiche sociali. E pure il Forum del Terzo settore Toscana si fa sentire. «Attenzione a non criminalizzare i circoli ricreativi e culturali», avverte il portavoce Gianluca Mengozzi.
IL CENTRODESTRA
Alessandro Draghi, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Firenze, difende la Gdf:«Apprezzo l’associazionismo e il mutualismo, ma non è corretto fare concorrenza sleale alle altre attività; troppo spesso i circoli Arci non controllano le tessere a clienti e avventori. E poi: i circoli di sinistra sono immuni ai controlli? Perché la Guardia di Finanza non può fare verifiche?».