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Pansa: Dopo il "Sangue dei Vinti", Bocca e Mauro mi dichiararono guerra

Con l'uscita del best seller "revisionista", a Repubblica furono critiche feroci: una gara a chi la sparava più grossa
di Giulio Bucchi domenica 10 febbraio 2013

2' di lettura

Uscirà il prossimo 13 febbraio La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un partito invisibile (Rizzoli, pp. 324, euro 19), il nuovo libro di Giampaolo Pansa. Il grande giornalista, oggi firma di Libero, racconta i suoi anni passati nel «Gruppone», cioè il gruppo Repubblica-Espresso, e tutti i personaggi che ha conosciuto in quel periodo. A cominciare da Eugenio Scalfari, ovvero Barbapapà. Egli, soprannominato «Il Costruttore»,  è il componente principale della «Triade» che ha fondato l’impero del giornalismo di sinistra. Gli altri due sono «Il Compratore», Carlo De Benedetti, e «Il Continuatore», cioè l’attuale direttore Ezio Mauro. Nel brano che anticipiamo oggi, Pansa racconta le reazioni suscitate dall’uscita e dal successo de Il sangue dei vinti. Così Scalfari fece di Repubblica un giornale-caserma   Nel frattempo Il sangue dei vinti continuava a stare nella pattuglia di punta dei bestseller. Le vendite crescevano di settimana in settimana. Nel febbraio 2004, quattro mesi dopo l’uscita, avevano superato le 300 mila copie. Ma insieme crescevano gli avversari del mio libraccio. E tra loro trovavo sempre qualcuno di “Repubblica”. Uno dei più puntigliosi era Mario Pirani, classe 1925, un tempo giornalista dell’“Unità”, uscito dal Partito comunista due anni dopo l’intervento sovietico in Ungheria. Era stato tra i fondatori di piazza Indipendenza e se ne era andato per dirigere una nuova versione dell’“Europeo”, settimanale di Rizzoli. In quell’azzardo aveva toppato e Scalfari se l’era ripreso con sé. Pirani era uno dei tanti  che non potevano soffrire Il sangue dei vinti. E il 7 novembre 2003, ripresentò su “Repubblica” un suo lungo editoriale apparso nel settembre 1990, tredici anni addietro. Con lo scopo di dimostrare che il lavoro del Pansa proponeva storie vecchie, già indagate e tutte conosciute. E dunque era cartaccia inutile, da lasciare sugli scaffali delle librerie. Ezio Mauro, un giacobino di tre cotte, per lisciare il pelo ai suoi lettori rossi, decise di far partire l’articolo dalla prima pagina e pubblicare il resto nel paginone culturale.  Leggi il secondo stralcio dl nuovo libro di Giampaolo Pansa su Libero in edicola oggi, venerdì 8 febbraio

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