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Uffizi, 'trasloca' il Tondo Doni. Nuova sala rossa per l'opera di Michelangelo

giovedì 31 gennaio 2013

2' di lettura

Firenze, 28 gen. (Adnkronos) - Una nuova e più grande sala per il 'Tondo Doni' di Michelangelo alla Galleria degli Uffizi di Firenze, ora custodito con un vetro protettivo e antiriflesso. Dopo oltre 60 anni nella sala 25 del museo, l'unica pittura su tavola certa del Buonarroti è stata trasferita, la scorsa notte, nel nuovo allestimento della sala 35, detta Sala di Michelangelo, un ulteriore passo verso il completamento dei Nuovi Uffizi. La sala 35 si trova al secondo piano della degli Uffizi. Le sue pareti rosse, come tutte quelle dedicate al Cinquecento del primo piano, conservano i capolavori dipinti a Firenze agli esordi del secolo XVI. Il 'Tondo Doni', completato nel 1508 e fondamentale per la nascita di quella 'maniera' che Giorgio Vasari chiamò 'moderna', occupa il centro della parete di fronte all'accesso. E' il vero fulcro di una stanza che è l'emblema del valore innovativo dell'arte fiorentina in quella stagione cruciale. Il 'Tondo Doni', che raffigura la Sacra Famiglia come un gruppo scultoreo, ha traslocato durante la seconda guerra mondiale, quando lasciò gli Uffizi per essere nascosta in un bunker antiaereo, e per due grandi mostre, una Parigi nel 1935 e un'altra nel 1996 al piano nobile degli Uffizi stessi. L'intervento è stato interamente finanziato dall'Associazione Amici degli Uffizi, presieduta da Maria Vittoria Rimbotti, con un contributo di 130.000 euro. Nel nuovo allestimento, ai lati del 'Tondo Doni' campeggiano le due tavole dipinte per la camera Borgherini da Francesco Granacci, amico di Michelangelo. Sulle pareti di fianco sono poi esposte le tavole dei maestri che a Firenze diedero vita alle due principali scuole pittoriche del primissimo Cinquecento: a sinistra, la scuola di San Marco, con Fra' Bartolomeo e Mariotto Albertinelli; a destra, la scuola dell'Annunziata, con Andrea del Sarto e il 'compagno' Franciabigio. Di lato alla porta che immette alla sala stanno infine due quadri ascritti allo spagnolo Alonso Berruguete, eccentrico e lirico artista venuto a Firenze agli inizi del secolo XVI, che con Michelangelo e Granacci ebbe buona confidenza. A far da cardine ai dipinti, al centro della stanza, come novità del nuovo allestimento, è posta la monumentale statua di Arianna, nota ai più col nome di Cleopatra. E' proprio con quest'ultimo nome che la menziona il Vasari, quando l'annovera nel gruppo dei marmi ellenistici i quali, a suo giudizio, furono d'un fascino così intenso da condizionare il corso dell'arte, dando avvio, appunto, alla cosiddetta "maniera moderna". Secondo la soprintendente Cristina Acidini, "grazie alla consueta e confermata generosità degli Amici degli Uffizi, la Galleria può presentare questo momento altissimo della pittura del primo Cinquecento fiorentino in un allestimento innovativo e coinvolgente". Antonio Natali, direttore degli Uffizi, ha commentato: "La riposata visione d'opere adottata nelle sale rosse al primo piano si conferma e s'avvalora nel vano ampio riservato a Michelangelo. Solo una lettura quieta dei dipinti può aiutare la mente e il cuore a comprendere d'essere al cospetto di un testo che richiede gli stessi tempi d'un brano di poesia".

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