Con la crisi che non molla un colpo, lo spread che balla, e le sofferenze che non smettono di crescere, ottenere dalle banche un finanziamento per la casa continua ad essere una sorta di mission impossible. Gli ottimisti, però, parlano di una ripresina in vista. Nella seconda metà del 2013 sarebbe previsto un miglioramento delle erogazioni dei mutui immobiliari con un aumento delle concessioni del 7,6% rispetto allo scorso anno. È quanto si legge nel VI Rapporto sulla Finanza Immobiliare 2013 curato da Nomisma e Università Lum. Analizzando lo scenario del mercato dei mutui domestico, gli esperti ammettono che nel 2012 le compravendite coperte da mutuo hanno subito una contrazione del 38,6% rispetto all’anno precedente (i dati Istat parlano invece di un calo del 37,4% e di un dimezzamento netto delle concessioni rispetto al 2006). Pur di fronte a questo scenario le variabili qualitative analizzate portano a prevedere un +7,6% dell’erogato nel 2013. Nello specifico l’ammontare dei mutui erogati nel primo trimestre dell’anno è stimato a quota 6,1 miliardi di euro in linea con il dato 2012. Per il quarto trimestre Nomisma prevede che le erogazioni colmeranno gran parte del gap accumulato nel corso dell’anno. Il ritardo accumulato è forte. Secondo l’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, per quanto riguarda le erogazioni complessive di finanziamenti del 2012, in calo dell’11,7%, si torna ai livelli del 2009, mentre nel primo trimestre del 2013 il crollo rispetto all’anno precedente sarebbe del 5,9%. In forte contrazione risultano proprie i mutui immobiliari per l’acquisto di abitazioni (-47% nel 2012 e -16,8% nel primo trimestre 2013). Sia per i mutui sia per il credito al consumo, secondo l’Osservatorio, ci sono prospettive di lieve crescita del mercato, ma a partire dal 2014. La musica cambia poco per Tecnocasa, che analizzando l’intero 2012 ha riscontrato un calo dei volumi dei finanziamenti per l’acquisto della casa erogati alle famiglie italiane del 46,44%, con un saldo negativo di 22,8 milioni di euro. La contrazione rispecchia anche un forte calo della domanda. Secondo il sistema informativo Eurisc nell’intero 2012 le richieste di mutui da parte delle famiglie hanno registrato una diminuzione del 42%. La discesa ha però iniziato a frenare nel 2013, con un calo nei primi quattro mesi che si è ridotto al 10%. Resta, comunque, elevata la percentuale di cittadini che si vede chiudere la porta in faccia dalla propria banca. Secondo un dettagliato studio realizzato da Mutui.it in collaborazione con Facile.it nel periodo compreso tra ottobre 2012 e marzo 2013 poco più del 5% delle domande presentate ha ricevuto un via libera dall’istituto di credito. Non tutti i richiedenti, però, subiscono la stessa sorte. La generosità della banca varia considerevolmente, infatti, in base alla professione. I più avvantaggiati sono, in assoluto, i cittadini assunti come quadri o funzionari: tra di loro la percentuale di richieste andate a buon fine sale oltre il 14%; li seguono, poi, gli insegnanti, che vantano un 10,7% di richieste accolte. Sopra la media anche i medici (con il 7,6%), i pensionati (7%) e i dirigenti (6,6%). In perfetta media nazionale, invece, le categorie che raccolgono il maggior numero di preventivi: impiegati e liberi professionisti, lo zoccolo duro della classe media italiana, si attestano attorno il 5%. Drasticamente sotto la media, con percentuali minime, gli operai e gli appartenenti alle forze armate, rispettivamente con il 3,5% e il 4,4%. «Non tutti gli italiani dispongono degli stessi strumenti per affrontare questa congiuntura economica», spiega Lorenzo Bacca, responsabile business unit mutui dell’azienda, «stupisce che la figura dell’insegnante risulti tra le più facilitate ad ottenere il finanziamento. Evidentemente, più che gli stipendi bassi, a loro favore giocano i contratti statali, più sicuri». Anche su questo fronte, però, qualche segnale di speranza c’è. Lo studio è stato ripetuto anche per il periodo gennaio-maggio e il risultato è stata una lieve crescita di 2 punti percentuali, con il dato finale delle richieste accolte che si è attestato al 7% del totale. A confermare un quadro generale, seppure ancora molto critico, in leggero miglioramento, ci sono alcune iniziative lanciate negli ultimi mesi per far rientrare nel mercato dei mutui le categorie più «a rischio». Ubi banca, ad esempio, ha da poco lanciato la campagna «Mutuo casa giovani coppie 2013», un progetto finalizzato a sostenere le giovani coppie precarie dando loro la possibilità di acquistare la propria prima casa con contratti agevolati. I mutui sono disponibili per le coppie under 40 che al momento della richiesta devono essere vincolati a contratti di lavoro atipici o a tempo determinato da almeno 18 mesi. Il finanziamento può coprire fino all’80% del valore dell’immobile e il prestito può raggiungere un tetto massimo di 500mila euro. Anche Unicredit sta studiando nuove formule. Per cercare di vivacizzare la domanda e andare incontro alle esigenze della clientela, Piazza Cordusio avrebbe in mente di lanciare mutui flessibili, non solo dal punto di vista del tasso d’interesse, ma anche delle condizioni di gestione del prestito lungo l’intero arco della sua durata. La banca guidata da Federico Ghizzoni ha già comunque tra le sue offerte il mutuo progetto lavoro, ideato per tutti i precari che vogliono acquistare la prima casa. Si tratta di un finanziamento fino a un massimo di 200mila euro che non prevede tra i requisiti, il possesso di un posto fisso a tempo indeterminato. di Sandro Iacometti