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Processo Mori, Ciancimino accusato di falsa testimonianza

Dopo l'assoluzione del generale dei Ros e del colonnello Obinu, le parole del figlio dell'ex sindaco di Palermo gli possono costare un processo per calunnia
di Ignazio Stagno domenica 21 luglio 2013

Massimo Ciancimino

2' di lettura

Dopo l'assoluzione del generale dei Ros, Mario Mori e del capitano Mauro Obinu per il mancato blitz per la cattura di Bernanrdo Provenzano nel 1995, ora bisogna tirare le somme. Il procedimento a carico di Mori era una costola del ben più pomposo processo sulla trattativa Stato-mafia. Da 5 anni, Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo, Vito, viene ascoltato dalla procura di Palermo come fosse un Tommaso Buscetta dei tempi moderni. Peccato che tutte le sue testimonianze sono state definite "poco attendibili" dal tribunale di Palermo che ha assolto "perché il fatto non costituisce reato" proprio Mario Mori, accusato e portato alla sbarra dalle testimonianze di Massimo Ciancimino. Falsa testimonianza -  Così, quasi come un'olgettina, quasi come se fosse stato un testimone del processo Ruby, ora Ciancimino rischia grosso per aver dichiarato il falso. "Ho raccontato i fatti: su quelli non credo che ci siano discordanze. Gli stessi imputati hanno confermato gli incontri con mio padre. Sinceramente la mossa del Tribunale nei miei confronti mi sembra provocatoria", ha affermato Ciancimino dopo avere saputo che nei suoi confronti il Tribunale, che ha assolto Mori dall'accusa di favoreggiamento aggravato alla mafia, ha trasmesso gli atti alla Procura. Una decisione che potrebbe preludere a una sua incriminazione per falsa testimonianza o calunnia per le dichiarazioni fatte al processo Mori. Ciancimimo jr è stato sentito in diverse udienze e ha raccontato quello che sarebbe stato il movente del mancato arresto del boss Bernardo Provenzano, oggetto delle accuse al generale. "Non voglio commentare sentenze che tra l'altro nemmeno mi riguardano", ha detto Ciancimino, aggiungendo però "questi processi non passano, si sa". "Io avevo il dovere di raccontare i fatti - ha spiegato - Leggeremo nelle motivazioni cosa avrei fatto e se si può configurare un reato. Anche la tempistica del mio arresto per evasione fiscale mi fa riflettere su come vanno le cose". Crolla il teorema trattativa -  L'attendibilità di Ciancimino era stata messa in discussione da tempo, l'unico a credergli era il pm Antonio Ingroia che con l'aiuto della stampa, soprattutto quella "travaglina" ha fatto del figlio dell'ex sindaco di Palermo un martire e un collaboratore di giustizia di primo piano. Va detto anche che Massimo Ciancimino, lo scorso 30 maggio è stato arrestato su ordine del Gip di Bologna per associazione a delinquere ed evasione fiscale per 30milioni di euro con l'aggravante dal favoreggiamento di Cosa Nostra. Non proprio il massimo per uno che dovrebbe essere il testimone chiave nel processo sulla trattativa. L'assoluzione di Mori è un segnale forte. Se Ciancimino non è stato ritenuto attendibile nel processo Mori, non lo sarà nemmeno in quello sulla trattativa. Casca il castello accusatorio. Una struttura costruita su brandelli di verità e su suggestioni della stampa. La realtà a quanto pare per i magistrati di Palermo è un'altra e meno inquietante. Con buona pace di Ciancimino, Travaglio e Ingroia. (I.S.)

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