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Se la situazione precipita il Cav molla Alfano: ecco il piano per uscire dall'empasse

Berlusconi non vuole andare alle urne. Per almeno due motivi: il verdetto Mediaset e la discesa in campo di Renzi. Da qui il piano B...
di Sebastiano Solano domenica 21 luglio 2013

2' di lettura

La vicenda del dissidente kazako da umanitaria è diventata puramente politica. A strumetalizzarla ci hanno pensato dapprima Sel e M5s, che quando la storia è venuta alla luce hanno subito presentato una mozione di sfiducia al ministro dell'Interno Angelino Alfano. Obiettivo: mettere in difficoltà il governo e il Pd. Risultato: pienamente raggiunto.  Pdl compatto a difesa di Alfano - A puntellare l'esecutivo ci ha dovuto pensare Giorgio Napolitano, che ha 'minacciato' i partiti facendo capire che non c'è alternativa a questo governo. Il Pd, dal canto suo, anche su questa questione - così come successo con l'elezione del presidente della Repubblica - sta celebrando il proprio Congresso di partito. Il Pdl, invece, è compatto sulla difesa ad oltranza di Alfano, costi quel costi. Falchi e colombe, in questo caso, si sono rimescolate: ora c'è da difendere Alfano, a tutti i costi. O quasi. Perché se è vero che Silvio Berlusconi è stato categorico ("Alfano non si tocca", ha dichiarato), allo stesso tempo è consapevole che la fine prematura del governo Letta potrebbe essere una sciagura: nuove elezioni, Silvio condannato nel processo Mediaset, Renzi candidato alla premiership.  Ma il Cav ha un piano B - Il Cav, però, che notoriamente non è uno sprovveduto, ha già predisposto il piano B: se la situazione precipita, se cioè la pemranenza di Alfano al Viminale rischia seriamente di affosssare il governo, Berlusconi è pronto a mollare Alfano. Non sarebbe una sconfitta per il Pdl. Tutt'altro. Alle dimissioni di Alfano seguirebbe infatti, almeno nelle intenzioni, una girandola ministeriale che prevede Maurizio Lupi (ma è solo uno dei nomi, quello più probabile al Viminale e un altro pidiellino al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: il nome che circola è quello di Maria Stella Gelmini. Con questa mossa, il Cav otterrebbe almeno tre risultati: il Cencelli ministeriale rimarrebbe invariato (in sostanza, esce Alfano ed entra Gelmini), salverebbe il governo da un crollo inevitabile facendoci una figura da statista e, soprattutto, scaccerebbe via l'incubo elezioni anticipate, bloccando sul nascere la mina Renzi.  

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