Il nuovo Papa è Jorge Mario Bergoglio. Un nome che ha spiazzato tutti. Era favorito sì, ma nel Conclave del 2005 dove secondo le ricostruzioni perse nel testa a testa con Joeseph Ratzinger. Non se lo aspettava nessuno: né la stampa, né i vaticanisti e men che meno i bookmaker. Gli allibratori, infatti, hanno sbagliato tutte le scommesse: tanto per capirsi il grande favorito Angelo Scola, nei minuti intercorsi tra la fumata bianca e l'annuncio, era quotato a 1,45. Una premio bassissimo. Bergoglio, in media, era dato a 30 volte la posta. Ovviamente erano scentrate anche tutte le quotazioni sulle scommesse parallele, come la nazionalità del prossimo Pontefice. Tutti i pronostici sbagliati, insomma. Un quadro che ricorda da vicino quello delle elezioni politiche dello scorso mese. Tutti sicuri: "Vincono Bersani e il Pd". Al massimo si discuteva sulla possibilità di un appoggio di Monti, stampella al Senato di una maggioranza democratica. Beppe Grillo lo davano sotto al 20% (e ha preso il 25%), mentre Silvio Berlusconi veniva dato staccato di 5-7 punti percentuali da Bersani. Il Cavaliere, invece, diceva che la rimonta era praticamente compiuta (e infatti non ha preso la maggioranza alla Camera per un pugno di voti). Ma non c'era solo Berlusconi a dire che la verità era un'altra. Tra i sondaggisti ci fu anche una nobile eccezione: quella di Alessandra Ghisleri, la sondaggista di fiducia del Cav, che nelle sue rilevazioni -era l'unica - dava il Pdl in testa a testa col Pd (e veniva sbertucciata per il suo pronostico). E invece aveva ragione. Nasce così un accostamento, una battuta: ai bookmaker e ai vaticanisti servirebbe una Ghisleri...