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"Noi impresentabili? Come si permette?". E l'Annunziata va ko

La conduttrice spara e attaccata abbassa la cresta: "Ho detto una cosa pesante"
di Andrea Tempestini domenica 17 marzo 2013

Alfano e Annunziata

2' di lettura

Scintille nello studio di In mezz'ora dove l'ospite, il segretario del Pdl Angelino Alfano, ha lamentato l'offesa da parte della conduttrice Lucia Annunziata che ha definito "impresentabili" gli esponenti del Popolo della libertò, offendendo così quasi il 30% degli elettori. "Come si permette? Da quale cattedra etica voi della sinistra potete giudicare con parole di disprezzo nei confronti del popolo che da vent'anni vota" il partito guidato da Silvio Berlusconi, ha protestato Alfano, mantendendo un certa calma anche se era chiaramente alterato. Alla fine, Annunziata si è in qualche modo scusata, ammettendo di aver detto una "cosa pesante", ma Alfano ha sottolineato che quelle dette "sono cose non solo pesanti ma anche profondamente ingiuste". Annunziata attacca, Alfano risponde e la conduttrice abbassa la cresta, insomma. Dure reazioni - Ma le dichiarazioni dell'Annunziata hanno scatenato le repliche degli esponenti del centrodestra. "Lucia Annunziata - ha commentato Daniela Santanchè - solitamente buona professionista, non ha saputo resistere alla tentazione di dare giudizi politici e anzichè informare, come dovrebbe e come richiede il servizio pubblico Rai, ha ceduto alla propaganda. Non è impresentabile chi va a manifestare contro una persecuzione giudiziaria ai danni del proprio leader, ma chi stigmatizza una libera manifestazione come impresentabile". Quindi Alessandra Mussolini: "Lucia Annunziata ha superato il suo noto essere di parte arrivando a insultare milioni di Italiani che votano Pdl e che, putroppo, pagano il canone Rai. Non basta una semplice censura di fronte a tale insolenza verbale. Lo stipendio alla Annunziata lo pagano anche gli elettori del Pdl che meritano rispetto e una giusta informazione, troppo spesso sporcata da giornalisti impresentabili".  Quindi Daniele Capezzone: "Nessuno può permettersi di trattarci come figli di un dio minore. La Rai dovrebbe essere un servizio pubblico, e non uno sfogatoio per tifoserie politiche contrapposte". Maurizio Gasparri da par suo è andato oltre e ha chiesto l'intervento dell'ordine dei giornalisti: "Non solo l’Ordine professionale, ma anche i vertici del Servizio pubblico dovrebbero intervenire per stigmatizzarne l’atteggiamento".

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