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Idem, intervista zerbinata della De Gregorio: una difesa scritta a quattro mani

di Eliana Giusto domenica 23 giugno 2013

Josefa Idem e Concita De Gregorio

2' di lettura

"Non sapevo dell’Ici non pagata, come qualunque cittadino, se ci sono state irregolarità, pagherò con gli interessi. Non mi sono mai occupata personalmente della gestione di queste cose. Nella mia vita ho passato tre settimane al mese in canoa, dodici mesi l’anno". Josefa Idem si sfoga in una intervista a Concita De Gregorio, su Repubblica, per le accuse sul mancato pagamento dell'Ici. Una intervista che sembra una difesa scritta a quattro mani, in cui la "penna rossa" evita di fare domande scomode.  Niente dimissioni - "L'accusa di aver violato una legge alimenta il triste ritornello: vedi sono tutti uguali. Anche perché è più forte la tentazione di sporcare un lenzuolo pulito. Ed è per questo che non mi dimetto. Ho sempre vissuto lontano dal lusso - spiega il ministro - solo di quello che ho guadagnato, è il caso di dirlo, con il sudore e con tanta fatica. Sono dunque consapevole che l’accusa di aver violato una legge, in questo caso di non aver pagato una tassa, è per una persona come me pesantissima". Ma Letta "mi ha rinnovato la sua fiducia, mi ha fatto molto piacere. Non mi ha chiesto di rinunciare al mandato".   "Gioco al massacro" -  Anche perché per amore della politica la Idem ha dovuto rinunciare a molto, "Ci ho rimesso sul piano della vita privata e sul piano economico", precisa. "Ma faccio un lavoro bellissimo e penso che ne valga la pena: di combattere contro la marginalità e la precarietà dello sport, di dare dignità agli atleti, di spiegare che lo sport giovanile è cultura e di fare in modo che entri nelle scuole, di combattere contro i pregiudizi verso le donne picchiate e uccise ogni giorno, verso chi è più debole e non vede riconosciuti i suoi diritti. Questo è quello che sono venuta a fare e vorrei provare". Poi denuncia "il gioco al massacro abituale". E' "il mio turno di essere fatta a pezzi", ma giura, "la poltrona non mi interessa, mi interessa il progetto per cui sono stata chiamata. Se posso arrivare al traguardo ci provo, come sempre, con le mie sole forze. Ma non si muore in gara si combatte fino a che è sensato farlo".

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