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Gli anagrammi dei nomi dei ministriLetta diventa "centro e lati"Lupi: "alzo più muri"

Stefano Bartezzaghi su Repubblica scambia le lettere dei nomi dei neo nominati con risultati sorprendenti
di Nicoletta Orlandi Posti martedì 30 aprile 2013

Maurizio Lupi

2' di lettura

  Enrico Letta diventa "centro e lati" (perfetto per chi si accinge a guidare un governo dalle larghe intese). Angelino Alfano diventa "la fola è inganno". Stefano Bartezzaghi su Repubblica si diverte ad anagrammare i nomi dei nuovi ministri. E così, scrive, desta un po' preoccupazione quello di Maurizio Lupi alle infrastrutture. Cambiando l'ordine delle lettere del neo responsabile delle Infrastrutture viene infatti fuori "alzo più i muri". Le stesse intenzioni edificatrici vengono fuori anagrammando Mario Mauro (alla Difesa): "io armo mura". Più rassicurante e idilliaco il gioco sul nome di Nunzia De Girolamo: "O lingua di romanze", più ecumenico quello di Giampiero D'Alia dell'Udc: "dialogare, ma pii".  Bartezzaghi continua a sbizzarrirsi giocando con i dubbi di Andrea Orlando all'Ambiente "Andando là, erro?", con Emma Bonino agli Esteri: "Ma non mi beo", le condizioni di Enrico Giovannini al Lavoro: "i governi canini, no" e le "tenzoni cerebrali" di Beatrice Lorenzin. Dario Franceschini diventa un auspicio per la fiducia: "cariche fanno dir sì", Enzo Moavero diventa: "manovre: è zoo", mentre Anna Maria Cancellieri è una "minaccia nera nell'aria". Decisamente più rassicurante il forbito Gaetano Quagliarello: "io la loquela raggiante" e l'accademica Mariachiara Carrozza che nel suo ministero alla Istruzione si sente parte di una "razza chic, ormai rara". Graziano Delrio, secondo l'anagramma di Bartezzaghi, ribadisce con il suo nome: "Renzi? già l'adoro".  La lista prosegue con l'esortazione al pragmatismo di Fabrizio Saccomanni (Economia): "in banca ci sforziamo"; di Carlo Trigilia: "giri tra i local"; di Flavio Zanonato: "Volontà fa azion". Bartezzaghi si concede qualche licenza poetica con Josefa Idem, che diventa Iosefa Idem: "sedia, mo' fai" e con Cécile Kyenge che diventa Cecile Chienge: "genie è cliché".  Conserva invece la y il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray il cui anagramma è "a somma ybris" (da hybris, ovvero orgoglio e superbia).   

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