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Lirica: La 'Clemenza di Tito' di Mozart per la prima volta al Verdi di Trieste (2)

domenica 7 aprile 2013

2' di lettura

(Adnkronos) - La direzione e concertazione dell'opera che contiene alcune arie che sono tra le piu' belle che Mozart abbia mai scritto, e' affidata alla sensibilita' mozartiana di Gelmetti che curera' e guidera' un cast di grandi doti interpretative formato dal tenore Giuseppe Filianoti (Tito), il soprano Eva Mei (Vitellia), Laura Polverelli (Sesto), Irina Dubrovskaya (Servilia) e ancora Annunziata Vestri e Marco Vinco rispettivamente Annio e Publio. I costumi del nuovo allestimento portano la firma di Francoise Raybaud-Pace; le luci sono di Claudio Schmid. Completano la compagine artistica impegnata nell'opera il Coro istruito da Paolo Vero e l'Orchestra del Teatro Verdi di Trieste. La trama e' la storia dell'imperatore Tito che, sfuggito a una congiura, scoperti i traditori, prima li condanna, ma alla fine, con un inaspettato atto di clemenza perdona tutti gli artefici, legati a lui, oltrettutto, da vincoli d'amicizia. Prima di essere questo monarca illuminato, Tito e' stato colui che ha massacrato o ridotto in schiavitu' il popolo ebraico durante la presa di Gerusalemme e ne ha distrutto il tempio. E' evidente che Tito, al centro della vicenda ambientata nella Roma del 79 d.C., e' un imperatore romano assurto a modello di clemenza, la cui magnanimita' nel Settecento era antonomastica: egli e' l'idealizzazione di Leopoldo II re di Boemia. Il contenuto celebrativo de 'La Clemenza di Tito' era particolarmente adatto ad iniziative di carattere encomiastico. Si prestava perfettamente alle esigenze celebrative degli Stati Generali boemi che nel giugno 1791 chiesero un'opera per l'incoronazione dell'imperatore Leopoldo II a re di Boemia all'impresario del Teatro Nazionale di Praga, Domenico Guardasoni, che incarico' Mozart della sua composizione per la messa in scena al Teatro Nazionale di Praga (6 Settembre 1791). "Tito da' l'immagine di un principe ideale -afferma Chevalier, assistente alla regia- sia nel suo modo di governare, sia verso i suoi sudditi. E' 'quindi qualcuno che lotta contro se stesso e ne esce vittorioso. Per parafrasare le parole di Sarastro: piu' che un principe, ora e' un uomo".

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