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Facci: l'alibi del cretino

Sul funerale di Priebke tutti ad avvertire: "Facciamo le cose di nascosto, così non favoriremo i cretini". Che però si sono dimostrati tali, comunque: ora devono essere puniti
di Giulio Bucchi domenica 20 ottobre 2013

Filippo Facci visto dal nostro Vasinca

1' di lettura

Tutti a spiegare che occorreva bagnare le polveri, fare le cose di nascosto, cremare Erik Priebke anche se lui non lo voleva, disperderne le ceneri, nascondere le cose, magari il funerale non farlo proprio, o farlo a casa, comunque non annunciarlo, in sostanza non provocare i cretini, non offrire pretesti ai cretini, non fornire indirizzi e orari ai cretini, evitare, insomma, il trust dei cretini, il grande e inevitabile appuntamento dei cretini: perciò hanno chiamato in causa il sindaco, il prefetto, l’avvocato, il parente, chiunque possa aver favorito il consesso dei cretini, già, hanno dato la colpa a loro, solo a loro, ai cretini: perché sono cretini, e aspettano solo di poterlo dimostrare. Ma hanno dimenticato di soffermarsi su una cosa, a proposito dei cretini: che sono cretini. Tutti. In entrambe le parti. E hanno dimenticato di dire un’altra cosa, pure: che essere cretini è certo ineluttabile e inguaribile, senz’altro, ma il cretinismo attivo e doloso dev’essere comunque punito dalla legge, non c’è attenuante o provocazione che tenga. E’ reato la violenza, i raduni non autorizzati, inneggiare al nazismo, prendere a calci un carro funebre, assaltare un poliziotto o un prete che fanno legalmente i poliziotti o i preti, minacciare o assaltare un avvocato che fa legalmente l’avvocato, è vietato pensare che una tensione morale - nazista o anti-nazista - giustifichi un comportamento che prima è illecito, e poi è cretino. di Filippo Facci

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