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La Cina investe 300 mld nel mondo:soltanto uno in Italia

Il Dragone non si accinge a comprare il Belpaese: siamo "una destinazione irrisoria" degli investimenti di Pechino
di Andrea Tempestini domenica 24 giugno 2012

2' di lettura

Nessun timore, la Cina non si accinge a «comprare» l’Italia. La mole degli investimenti esteri diretti movimentati da Pechino nel nostro Paese è più percepita che reale: lo rileva un’analisi del Centro Studi Confindustria, in cui si trattano i falsi miti dello shopping cinese.  «L’Italia - si legge - è una destinazione irrisoria degli IDE cinesi, ovvero gli investimenti   diretti all’estero. Solo uno tra quelli realizzati nel 2005-2011 (294 in totale) è stato fatto in Italia (250 milioni di dollari, nel settore delle costruzioni). E solo uno dei contratti (su 124) è stato siglato con un’impresa italiana (970 milioni di dollari, nel settore delle telecomunicazioni)».  Gli interessi strategici cinesi sono perseguiti all’estero, spiega il CSC di Viale dell’Astronomia, «oltre che con gli IDE, anche con i contratti siglati con imprese e governi stranieri per la realizzazione di vari tipi di progetti economici. I contratti hanno mostrato una dinamica più accidentata di quella degli IDE: da 4 nel 2005 a 33 nel 2010, con un calo a 29 nel 2011. Il valore totale annuo di tali contratti è salito da 1,9 miliardi nel 2005 a 44,6 nel 2010. Dimezzandosi, però, di colpo nel 2011 a 21,3 miliardi. Il valore totale dei contratti siglati dal 2005 al 2011 è di 134 miliardi, meno della metà del valore degli IDE».   Anche i contratti, come gli IDE, si concentrano nelle commodity: «Dal 2005 al 2011 il 48,9% del loro valore ha riguardato l’energia, il 3,9% i metalli, l’1,4% l’agricoltura. Le risorse naturali hanno rappresentato quindi il 54,2%. Nel 2011, in particolare, la Cina ha siglato accordi con l’estero solo in quattro settori, anche qui con una prevalenza delle risorse naturali: energia (49,6% del valore annuo) e agricoltura (3,4%). Spicca, però, la quota molto elevata del settore dei trasporti: 46,5% nel 2011 e 37,3% nell’intero periodo. Inoltre, negli ultimi anni non si sono più avuti contratti nel campo dei metalli, che pure rappresentano una parte importante degli IDE».  Ultimo particolare. Tra i falsi miti che hanno ricevuto notevole attenzione mediatica c’è quello sugli investimenti in Africa. Ebbene, la «rappresentazione   non trova riscontro nelle cifre, in base alle quali l’Africa è la destinazione continentale minore degli IDE cinesi». I progetti realizzati nel continente nero sono scesi da 40,2 miliardi dal 2005 ai 7 del 2011.

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