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Monti "pompatasse" e "vuotatasche":i rapper all'attacco del professore

Dopo vent'anni di rime anti-Berlusconi l'hip hop italiano si accorge dei tecnici. Dai Two Fingerz a Canesecco, amara ironia sui mali di oggi
di Giulio Bucchi domenica 26 agosto 2012

4' di lettura

  di Fabio Corti e Paolo Emilio Russo Si va da Mario Monti che «svuota le tasche e manda un fax / alla Goldman Sachs», a «Sono tasse su tasse, svuota le tasche/ ma la riforma non tocca le caste». Il tutto passando per «Svuota le pance di gente che già piange/ i politici sono lontani dai problemi veri degli italiani/ che cosa siete marziani?». Fino a rime più spiritose come «Io pompo nelle casse / intanto Mario Monti pompa su le tasse». In almeno una cosa il premier è riuscito ad essere più e meglio del suo predecessore: in soli nove mesi si è trasformato nel bersaglio prediletto dei rapper e delle loro rime.  Per almeno vent’anni il nemico numero uno dei rapper italiani è stato lui, Silvio Berlusconi. Singolo dopo singolo, sono state centinaia le strofe di altrettanti mc (dall’inglese «master of ceremony») del Belpaese, e ben poche di esse erano delicate: si andava da «Berlusconi per me è simpatico, se solo non fosse premier» di Marracash (Didinò) a quelle, decisamente più crude, sul bunga bunga e le intercettazioni telefoniche dei Club Dogo (Chiamami domani) o di Fabri Fibra, per tacere di Legalize the premier di CapaRezza. Il rap, si sa, è la musica del presente in senso stretto: trae spunto dalla cronaca, racconta ciò che si vede dalla finestra e quindi, lentamente, le cose stanno cambiando. Il nuovo soggetto preferito dei «dissing», cioè le canzoni «contro qualcuno», un vero e proprio sottogenere dell’hip hop, è diventato il premier e con lui la sua innata passione per dazi e imposte. A queste ultime fanno riferimento i Two Fingerz, da poco usciti con l’album Mouse Music, che ha scalato la top ten dei dischi più venduti in Italia. Nel remix di Questa musica, in rotazione nelle radio e sulle tv musicali con un video, il leader Danti gioca sulle assonanze: «Io pompo nelle casse / intanto Mario Monti pompa su le tasse». E pensare che il testo dovrebbe essere leggero. Un passaggio è dedicato a Beppe Grillo: «Una volta faceva il comico e lo faceva per ridere / ora invece fa il politico / perché i politici fanno ridere». Touché.  Marracash, milanese della Barona, forse il rapper italiano più famoso al momento, se la prende con Equitalia, l’agenzia di riscossione tanto odiata dagli italiani e adorata dal premier. In Rockstar, nel suo featuring col rapper napoletano Luchè, dice che il suo stile è impareggiabile «può far più morti di Equitalia». L’elenco dei testi che citano il Professore è lungo, è sufficiente ascoltarsi le uscite più recenti. «Un governo tecnico non salverà l’Italia/ Svuota le pance di gente che già piange/ i politici sono lontani dai problemi veri degli italiani/ che cosa siete marziani?». Questo testo, istantanea di rara nitidezza, sublima l’angoscia del mitologico italiano medio: uno che esiste eccome, si spacca la schiena per poi farsi svenare dall’Iva, finisce cassintegrato con l’affitto da pagare salvo leggere in prima pagina che il presidente della Camera Gianfranco Fini sciambola ottantamila cucuzze (delle nostre) per garantirsi la scorta degna di un re mentre fa il sub all’Argentario. Il copyright è di Raige, che canta Ogni mezzo necessario in tandem col fratello minore Ensi, figura emergente della scena hip hop italiana.   A dedicare al premier un’intera canzone è stato Canesecco, rapper romano, con un seguito importante che si è allargato dopo la partecipazione al progetto Thori e Rocce di Don Joe e Shablo. Il titolo non lascia spazio alle interpretazioni: Come Mario Monti. Cinque strofe molto esplicite, che vedono la partecipazione di altri rapper della scena underground, tutti con un solo nemico: «Prendi i soldi dalla banca, come Mario Monti/ Voglio soldi molti, come Mario Monti/ Fare come i politici, avere più sconti». E ancora: «Dammi i soldi e inoltra il fax/ alla Goldman Sachs/ Professore ho un processore robot/ odio le persone, mando in recessione il globo/ mi sospendo lo stipendio con la pancia piena/ faccia tetra mentre conto i soldi nella Lancia Dedra».   E se è vero che nella musica i big che finiscono in copertina tracciano la via per le aspiranti superstar del domani, sul web impazzano le autopromozioni (video su Youtube in primis) di giovani parolieri da strada. Come Zeus One, che in mezza strofa mette assieme banche, caro benzina e nostalgia per la lira: «Quando stavamo peggio avevamo i soldi, se adesso hai qualche vizio è meglio che te lo togli / il mutuo succhia i soldi, era meglio una rapina/ darei fuoco al sistema ma risparmio la benzina.  Non esiste un compromesso, il salario è sempre lo stesso / Era meglio la lira/ ora l’euro ci comanda coi suoi portabandiera/ Il futuro  è una chimera e la gente ci spera».  

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